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The Batman, il potentissimo significato di Something in the Way dei Nirvana all'interno del film

Redazione Virgin Radio

La durissima adolescenza di Kurt Cobain e le sue esperienze lontano da casa sono tra le maggiori ispirazioni per il brano, colte dal regista Matt Reeves per dare forma il nuovo Bruce Wayne

Quando Kurt Cobain viene allontanato di casa dalla madre Wendy Elizabeth dopo aver lasciato all’ultimo anno il liceo (suo padre Donald Cobain che aveva ottenuto la custodia dopo il divorzio da Wendy lo ha già abbandonato quando era un bambino affidandolo alla famiglia di Cristiani Rinati di un amico, Jesse Reed), si dice abbia vissuto per un periodo sotto al Young Street Bridge un ponte sulle sponde del fiume Wishkah che attraversa la città, Aberdeen nello Stato di Washington. Il bassista dei Nirvana, Krist Novoselic che è suo amico da sempre, ha detto che forse questa storia fa parte della mitologia di Kurt: “Ci passava molto tempo, ma nessuno poteva davvero vivere in quel posto. Però è vero che dormiva a casa degli amici, e a volte si infilava di nascosto nella cantina di casa di sua madre.”

L’esperienza del distacco dalla madre, che si aggiunge ai traumi di una vita familiare segnata dall’abbandono e dall’ineffettività (la madre gli ha fatto trovare i vestiti in una scatola fuori da casa quando Kurt le comunica di voler lasciare il liceo perché non ha i voti sufficienti per diplomarsi) segna per sempre la sua vita e ispira una delle sue canzoni più personali e struggenti, Something in the Way, dodicesima ed ultima traccia dell’album Nevermind dei Nirvana del 1991.

Something in the Way non è mai stata pubblicata come singolo ed è stata eseguita poche volte dai Nirvana dal vivo, a parte una straordinaria versione con l’accompagnamento del violoncello di Lori Goldston nell’album Unplugged in New York del 1994 (non inclusa nella scaletta finale del programma andato in onda su MTV), ma è entrata in classifica a sorpresa nell’agosto del 2020 dopo essere comparsa nel primo trailer di The Batman, il nuovo film dedicato alla storia dell’antieroe più oscuro e tormentato del mondo dei fumetti, in cui il personaggio di Bruce Wayne è interpretato da Robert Pattinson.

Il regista Matt Reeves ha detto di aver costruito tutta la sua interpretazione del personaggio di Batman partendo proprio dall’atmosfera di Something the Way e dalla storia di desolazione e solitudine che racconta: “Batman non è un supereroe, e non è il playboy che siamo abituati a vedere nei fumetti” ha detto spiegando di aver usato la canzone non solo nel trailer ma anche più volte nelle oltre due ore e mezza di film, "E’ un uomo che ha vissuto una tragedia immane ed è diventato un recluso. Un Kurt Cobain immaginario, rinchiuso in una villa decadente.” Dopo l’uscita del film il 4 marzo 2022, Something in the Way ha visto aumentare del 1200% gli ascolti sulle piattaforme di streaming.

Secondo i biografi di Kurt Cobain, la realtà di quel periodo tormentato nella vita del cantante dei Nirvana, durato circa quattro mesi (nel 1986 trova lavoro al Polynesian Resort un villaggio turistico sulla costa del Pacifico a Ocean Shore e riesca ad affittare un appartamento) era meno poetica ma non meno difficile: Kurt dormiva sotto al portico di casa del suo amico Dale Crover, batterista dei Melvins e poi dei Nirvana, nella sala d’aspetto dell’ospedale Grays Harbor Hospital o nei corridoi e nelle scale dei condomini in cui riusciva a entrare, da cui si allontanava la mattina preso per non farsi trovare dagli inquilini. Lui stesso ha raccontato a Michael Azerrad, autore della biografia del 1993 Come As You Are: the Story of Nirvana: “Something in the Way è una mia fantasia, immaginavo di vivere sotto ad un ponte, di essere malato e di stare per morire.” Una elegia rock in cui Kurt mette tutta la sua sensibilità e immediatezza, raccontando come cerchi di superare gli ostacoli che lo allontanano inesorabilmente dalla felicità.

Il produttore di Nevermind Butch Vig ha raccontato che Kurt Cobain gli ha fatto sentire il pezzo per la prima volta nello Studio A dei Sound City Studios di Van Nuys. Voleva fargli sentire il suono che aveva in mente e dopo averla provata con la band  l’ha cantata  da solo seduto sul divano, accompagnandosi con la chitarra acustica: “Appena ha iniziato a cantare ho staccato il telefono, ho spento l’aria condizionata e ho piazzato i microfoni. Il primo take della sua voce è quello che si sente nelle strofe del pezzo.”

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