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Eric Clapton: "ho tolleranza zero nei confronti del mio vecchio materiale"
Il leggendario slowhand ha dichiarato di non sopportare la sua produzione del passato
Nel 2004 Eric Clapton registra un album in cui rende il suo omaggio definitivo all’artista che lo ha ispirato di più, Robert Johnson, il misterioso chitarrista e cantante del Delta che con le sue uniche due registrazioni effettuate a San Antonio nel 1936 e Dallas nel 1937 ha gettato le basi del blues moderno, influenzando generazioni di musicisti. Un personaggio dalla vita avventurosa, morto a 27 anni ed entrato nella leggenda per il mito del patto con il diavolo stretto ad un incrocio nel Mississippi in cambio del dono del blues, raccontato da lui stesso nel brano Me and the Devil Blues (in realtà secondo Sonny Boy Williamson che suonava con lui è stato avvelenato da un marito geloso prima di esibirsi in uno dei juke joint, i locali blues del Sud).
Riguardo al suo vecchio materiale, e in particolar modo alla versione di Crossroads registrata con i Cream, Eric Clapton ha dichiarato di non sopportare la sua produzione del passato: "Sicuramente ci ho messo una pietra sopra in fretta! In realtà ho zero tolleranza per la maggior parte del mio vecchio materiale. Soprattutto Crossroads. La popolarità di quella canzone con i Cream è sempre stata sconcertante per me. Non penso sia una bella canzone. A parte questo, sono convinto che il ritmo a metà del brano sia sbagliato, una cosa che spesso accadeva con i Cream".
Riguardo all'influenza di Robert Johnson sui musicisti britannici, Jimmy Page dei Led Zeppelin ha ammesso: «Tutti noi musicisti inglesi dobbiamo la nostra esistenza a Robert Johnson». Bob Dylan ha detto «Il suo linguaggio musicale è qualcosa che non avevo mai sentito prima e non ho mai sentito dopo». Keith Richards dei Rolling Stones ha detto «Nessuno ha usato la forma del blues come Robert Johnson» ed Eric Clapton lo ha definito: «Il musicista blues più importante che sia mai esistito». Quando entra in studio all’inizio del 2004 con la sua band di puristi e virtuosi del blues composta da Billy Preston alle tastiere, Steve Gadd alla batteria, Jerry Portnoy all’armonica, Nathan East al basso e Andy Fairweather Low e Doyle Brahmall II alle chitarre, Eric Clapton ha scritto alcune canzoni nuove ma mentre le suona con la band si rende conto che non sono sufficienti per mettere insieme un album e comincia a provare gli standard Delta Blues di Robert Johnson: «La pietra fondante della mia intera struttura musicale, il punto di riferimento verso cui navigo ogni volta che mi sento andare alla deriva».
Le sue canzoni originali diventeranno l’album Back Home del 2005, e le quattordici cover di Robert Johnson escono il 23 marzo 2004 con il titolo di Me and Mr.Johnson, il quindicesimo album di Eric Clapton che arriva nella Top 10 in quindici paesi nel mondo e vende due milioni di copie.
«Sono riuscito a fare questo album solo adesso perché non sono più intimidito dalla grandezza della sua musica» ha detto Eric Clapton in un’intervista, «Quando ho ascoltato per la prima volta le sue canzoni sono stato quasi sopraffatto dalla sua vulnerabilità e dal modo autentico che aveva di esprimere i propri sentimenti. La musica di Robert Johnson non è mai stata intrattenimento. È difficile da ascoltare perché ti chiede in cambio qualcosa».
Eric Clapton è un purista del blues che ha saputo portare il suono e l’esecuzione di questa lunga tradizione musicale ad un livello tecnico mai raggiunto prima e a diffonderla nel mondo per decenni grazie al suo talento sulla chitarra e come cantante, ma ha sempre detto di aver imparato da Robert Johnson: «Il suono della sua chitarra era un’estensione naturale della sua voce, nessuno dei musicisti di quell’epoca suonava nello stesso modo. È stata una sua invenzione». La cosa più incredibile e sorprendente dello stile di Robert Johnson (e il motivo per cui già durante la sua breve vita si era diffusa la leggenda del patto con il diavolo, unica spiegazione possibile per la sua abilità) è il fatto di riuscire a suonare contemporaneamente sulla chitarra la linea di basso, quella ritmica e l’assolo, continuando nello stesso tempo a cantare.
«Molti chitarristi elettrici moderni sono capaci di farlo, ma ai suoi tempi la chitarra elettrica non esisteva. Lui suonava elettrico anche in acustico. Per lui era una forma di espressione naturale». Per quanto riguarda il patto con il diavolo, Eric Clapton ha detto: «All’inizio ero spaventato quando lo ascoltavo, poi ho cominciato a pensare al tema del diavolo che è molto presente nelle sue canzoni come ad una metafora dei guai e dei problemi della sua esistenza turbolenta da vagabondo. Io credo nella presenza del male. Quando Robert Johnson parla dell’incrocio di strade in cui ha venduto l’anima al demonio nella sua canzone Crossroad Blues parla delle decisioni morali che devi prendere ogni giorno e della strada che scegli di percorrere».