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Nirvana, Dave Grohl: "Non riesco più ad ascoltare In Utero per intero, mi fa venire i brividi"

Redazione Virgin Radio

L'ex batterista dei Nirvana racconta le sensazioni e la storia dell'ultimo album con Kurt Cobain

Il 2 settembre uscirà le riedizione aggiornata della biografia di Dave Grohl, This is Call: the Life and Times of Dave Grohl (scritta insieme al giornalista Paul Brannigan e pubblicata nel 2011) in cui ha raccontato la sua incredibile vita rock’n’roll, da una casa della Virginia in cui come ha detto lui stesso «Ero solo un ragazzo qualunque che sognava di diventare musicista» agli esordi nella scena hardcore punk di Washington, dalla rivoluzione dei Nirvana al dolore per la morte di Kurt Cobain fino alla rinascita nel 1995 con i Foo Fighters.

Uno dei capitoli più intensi è quello in cui Dave Grohl racconta la nascita di In Utero, l’ultimo album dei Nirvana, il risultato perfetto e disturbante della ricerca spasmodica di Kurt Cobain del suono definitivo dei Nirvana, un rock minimale, radicale e corrosivo, con cui voleva distruggere il successo di Nevermind, l’album che nel 1991 ha cambiato la storia del rock alternativo americano portandolo nel mainstream.

«In Utero mi fa venire la pelle d’oca» ha detto Dave Grohl, «Cattura in modo accurato un momento preciso nella storia della band, ed era un momento molto cupo. Non mi piace riascoltarlo, è un’esperienza strana». La storia di In Utero può essere riassunta con una strofa del primo pezzo, Serve the Servants, in cui Kurt Cobain dice: «La rabbia giovanile ha pagato bene, adesso sono annoiato e vecchio”. In soli due anni, Nevermind è andato dritto al numero uno in America, le case discografiche si sono comprate la rabbia di Seattle, il grunge è diventato una moda, Kurt Cobain è stato dato in pasto alla stampa per la sua relazione con Courtney Love.

I Nirvana reagiscono scappando da tutto: salgono in macchina e attraversano tutti gli Stati Uniti fino a Cannon Falls nel Minnesota per cercare Steve Albini, il produttore di Surfer Rosa dei Pixies, il disco preferito di Kurt. Arrivano nel suo studio Pachyderm, si registrano con un nome falso, Ritchie Group, tengono i discografici lontani finché il disco è finito e registrano tutto in presa diretta in soli 14 giorni.

«Quando ascolto in radio pezzi come All Apologies o Heart-Shaped Box mi piace sentire quel suono che fa la differenza in mezzo a decine di pezzi rock moderni fatti con Pro Tools» ha detto Dave Grohl «È il suono dell’urgenza creativa, il suono di Kurt Cobain, Krist Novoselic e me che suoniamo in una stanza». Dave Grohl ha confermato che In Utero è stata la loro risposta al successo di Nevermind: «Abbiamo provato per ore e giorni per creare il suono di Nevermind. E’ un disco intenzionale, lo volevamo così. In Utero invece è un disco assolutamente spontaneo e puro, con cui abbiamo voluto spingerci nella direzione opposta». Pubblicato il 13 settembre 1993, In Utero debutta al numero in America (anche se la grande catena di supermercati Wal-Mart si rifiuta di venderlo per via della copertina e del titolo), vende 15 milioni di copie, viene elogiato dalla critica e diventa il simbolo della visione artistica di Kurt Cobain che sette mesi dopo si toglie la vita a Seattle. «Concettualmente e dal punto di vista dei testi è un album che ancora oggi non riesco ad ascoltare dall’inizio alla fine» ha detto Dave Grohl, «E’ estremamente reale, un ritratto della band che mi fa venire in mente troppi ricordi. E mi fa venire i brividi». 

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