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Evanescence, Amy Lee racconta i segreti di come nacque la band: "eravamo due compagni di scuola, portavamo le cassette alle radio"
La voce della band americana ha raccontato i primi passi della band formata da lei e Ben Moody
«Abbiamo fatto questo disco per dire a tutti i ragazzi che non sono soli»: il 4 marzo del 2003 gli Evanescence si presentano al pubblico americano con queste parole e con il suono dell’album di debutto Fallen. Immagine dark, atmosfera epica, i muri di chitarre nu-metal di Ben Moody, la voce di Amy Lee: Fallen è un esordio da 17 milioni di copie, sette dei quali solo negli Stati Uniti dove gli Evanescence diventano un fenomeno. Amy Lee lancia uno stile gotico che diventa moda, canta di amore, passione e paura, il pubblico li segue e gli Evanescence restano in classifica in America per un anno. «Tutti prima o poi cadiamo» dice Amy Lee nelle interviste, «Ma nessuno di noi viene distrutto veramente: c’è sempre la possibilità di rialzarsi».
Amy Lee e Ben Moody vengono da Little Rock in Arkansas, si incontrano ad una festa del liceo (Ben Moody ha ricordato di aver visto Amy sedersi al pianoforte e cantare un pezzo di Meatloaf) e cominciano la loro carriera registrando i pezzi e portandoli personalmente alle radio, poi stampando 100 copie di un mini album da vendere solo durante i loro concerti, infine producendosi da soli il primo CD, Origin. È il 1995, ben otto anni prima del loro esordio.
In una recente intervista con la radio 95.5 KLOS, Amy Lee ha raccontato quegli anni: «Non eravamo una vera band, eravamo un duo di teenager che stava imparando a scrivere canzoni e le registrava con un registratore a 16 piste. Non ricordo neanche quanti anni avevo quando abbiamo iniziato, nasceva tutto dalla pura creatività. Suonavamo nei bar e dove capitava, quando abbiamo avuto delle canzoni pronte ci siamo detti: “ok, allora questa cosa è vera” e ci siamo evoluti, un concerto dopo l’altro, diventando una band».
La storia degli Evanescence passa dall’incontro
con una delle più grandi talent scout di fine anni ’90, Diane Meltzer che ascolta il loro demo, rimane colpita da My Immortal una ballad voce e pianoforte di Amy e gli fa firmare un contratto. Amy Lee e Ben Moody si trasferiscono a Los Angeles, si preparano per due anni studiando gli arrangiamenti e le sonorità dei dodici pezzi di Fallen e quando esordiscono il successo arriva subito. «La bellezza della musica ha un valore catartico, riesce a curare le persone» ha detto Amy Lee, «E la cosa più bella è vedere che ci sono tante persone nel mondo che vivono la musica nello stesso modo». Amy Lee ha parlato anche dell’ultimo album degli Evanescence, The Bitter Truth, uscito dopo quasi dieci anni di silenzio e diventato un successo in un periodo difficile per tutti con i problemi della pandemia e del lockdown e molto duro dal punto di vista personale per Amy Lee che nel 2018 ha perso suo fratello. «Il mio motto è: non aver paura del dolore, abbandonati alla musica e trova uno spazio per essere libero di essere pienamente te stesso» ha detto Amy, «Quando è uscito The Bitter Truth abbiamo capito di essere in sintonia con quello che stava succedendo, con la sensazione comune di isolamento e di perdita e siamo contenti che abbia assunto un significato importante. Ci siamo sentiti come se la nostra missione fosse portare qualcosa di bello in questo mondo che cade a pezzi».