Rock News
25/07/2025
Il 25 luglio 1965, Bob Dylan sale sul palco del Newport Folk Festival, il più importante raduno della scena folk americana in cui viene considerato un punto di riferimento e fa una cosa che cambia la sua carriera e la storia della musica: attacca la chitarra all’amplificatore.
Quello che segue è uno dei concerti più controversi e importanti nella storia del rock, la cosiddetta “Svolta elettrica” del giovane poeta cresciuto artisticamente tra gli intellettuali del Greenwich Village di New York che con le sue canzoni ipnotiche, minimali e senza tempo (Bruce Springsteen ha raccontato che la prima volta che ha sentito Dylan: «La sua voce mi sembrava giovane e vecchia allo stesso tempo») ha fatto quello che i critici hanno definito «Il salto dal particolare all’universale» e ha intercettato lo spirito di una generazione che lo ha scelto come portavoce.
Nel 1965 il folk è musica impegnata e consapevole, la musica della protesta sociale e del cambiamento (nella tradizione dei cantautori come Pete Seeger e Woody Guthrie) sempre più presente nella programmazione delle radio e ascoltata dagli studenti dei campus universitari e il rock’n’roll invece è visto come una musica commerciale e disimpegnata senza rilevanza culturale.
Il Newport Folk Festival, fondato nel 1959 da George Wein ha lanciato Joan Baez, Peter, Paul & Mary e lo stesso Bob Dylan, che nel 1963 conquista il pubblico con la sua versione di North Country Blues e nel 1964 si prende definitivamente la scena suonando Mr.Tambourine Man. Nel 1965 però Dylan è già entrato in una delle sue fasi di trasformazione, sfida sé stesso e il proprio pubblico inseguendo la sua idea di arte come autenticità (senza mai fermarsi e senza cedere alle tentazioni della fama) e pubblica il primo album di musica “elettrica”, Bringing It All Back Home che apre una nuova strada alla musica americana con pezzi come Subterranean Homesick Blues e Maggie’s Farm.
Si dice che l’incontro con i Beatles a New York il 28 agosto del 1964 abbia contribuito a creare il suo nuovo sound: «Il rock’n’roll non è mai stato molto interessante, fino a quando non sono arrivati i Beatles» ha detto Dylan ma in generale si allontana dalla musica di protesta verso una scrittura più introspettiva e vuole sperimentare le possibilità offerte da una forma d’arte nuova e in evoluzione come il rock. Tutto questo lo spinge a fare la sua rivoluzione sul palco di Newport, davanti a tutti.
La sera del 24 luglio fa un breve set di tre pezzi acustici (All I Really Want To Do, If You Gotta Go, Go Now e Love Minus Zero/No Limit) e secondo quanto ha raccontato uno dei tecnici del palco, Jonathan Taplin, decide in quel momento di sfidare il festival il giorno dopo. Sceglie una band composta dalla sezione ritmica della Paul Butterfield Blues Band (Sam Lay alla batteria, Jerome Arnold al basso, Barry Goldberg al pianoforte) e da due musicisti che hanno registrato con lui Like a Rolling Stone, Mike Bloomfield alla chitarra e Al Kooper all’organo e passa la notte chiuso in una casa nei dintorni a preparare il suo set, senza dire niente agli organizzatori.
Introdotto da Peter Yarrow, la sera del 25 luglio Dylan sale sul palco vestito interamente di nero, fa un cenno di intesa alla band e attacca la Fender Stratocaster all’amplificatore. Il primo pezzo è Maggie’s Farm, il pubblico è sconvolto anche per via dell’acustica pessima che rende quasi incomprensibili le parole di Dylan (i fonici del palco non erano pronti al suono elettrico) e comincia a fischiarlo. Dylan prosegue con Like a Rolling Stone, che è uscita solo cinque giorni prima e poi con un brano intitolato Phantom Engineer prima di lasciare il palco tra i fischi.
Peter Yarrow lo prega di tornare. Dylan esce da solo con la chitarra acustica, dice di non avere con sé l’armonica, chiede al pubblico di prestagliene una e suona Mr.Tambourine Man e It’s All Over Now Baby Blue. Il pubblico applaude, chiede altre canzoni. Bob Dylan non tornerà più al Newport Folk Festival per 37 anni. Quando lo fa nel 2002 sale sul palco indossando un grande cappello bianco da cowboy, una parrucca e una barba finta. La sua esibizione rimane nella storia perché dà al rock’n’roll un nuovo significato più profondo e importante e una nuova dignità artistica e mostra a tutte le generazioni future un esempio di come sia necessario per un vero artista reinventare continuamente sé stesso, superare le aspettative del pubblico e seguire sempre la propria ispirazione.
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