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Quentin Tarantino, dal fantasma di Elvis ai diamanti de "Le Iene". Il contenuto segreto della valigetta di Pulp Fiction

Redazione Virgin Radio

Il regista più rock and roll di Hollywood ha sempre mantenuto il segreto sul reale contenuto della valigetta di Marsellus Wallace

Pulp Fiction è senza alcun dubbio il manifesto cinematografico di Quentin Tarantino, il suo film più apprezzato, osannato, criticato e riconosciuto, sia tra i suoi fans che dagli esperti del settore. Una vera e propria epopea, in grado di riprendere le basi gettate con Le Iene del 1992 (la sua prima opera) e determinare lo stile "tarantiniano" che tanto apprezziamo e che tanto ci diverte vedere rivedere sul piccolo o grande schermo. 

Una trama piena, esemplare, piena di personaggi tanto immediatamente riconoscibili quanto misteriosi. Da Vincent Vega, interpretato magistralmente da John Travolta (determinando una vera e propria rinascita della carriera dell'attore) a Jules Winnfield, con un Samuel L. Jackson in grado di portare sullo schermo un personaggio così leggendario e riconoscibile da diventare fonte di meme, citazioni e punti di riferimento cinematografici e letterari anche dopo più di 25 anni.

Potremmo scrivere un libro intero sulle mille sfaccettature dei personaggi presenti all'interno della "fiction" di Tarantino, ma forse il vero e proprio personaggio più enigmatico e misterioso della storia pubblicata nel 1994 è la valigetta. I sicari Vincent e Julius hanno il compito di recuperare e riconsegnare la misteriosa 24 ore al loro capo Marsellus Wallace a qualunque costo, incappando in una serie di vicissitudini, tragedie e spargimenti di sangue che solo il regista americano avrebbe potuto mettere insieme con un senso logico. Una volta recuperata la misteriosa valigetta il personaggio interpretato da Samuel L. Jackson è costretto a verificarne il contenuto, facendola aprire a Vincent con la combinazione più rock possibile che solo Tarantino avrebbe potuto inserire nella pellicola con così tanta naturalezza: 666. Una volta aperta Vincent viene illuminato da una misteriosa luce arancione, così aurea e affascinante da far quasi cadere il sicario in un'esperienza mistica, descrivendo il contenuto come "bellissimo": "Siamo contenti? Vincent, siamo contenti?! ...siamo contenti"

Ma quale potrebbe essere il reale contenuto di quella valigetta? Le ipotesi fatte negli anni sono le più disparate. Approfittando del legame confermato tra Le Iene e Pulp Fiction nella figura di Vincent Vega, fratello di Mr.Blonde (Vic Vega) nel film del 1992, in molti sostengono che la ventiquattrore contenga i diamanti sequestrati dalla polizia a Mr. Pink (Steve Buscemi) nella rapina finita male. Sarebbe un'ipotesi plausibile ma che Tarantino, forse per una troppa ovvietà della risposta, ha sempre negato. 

Un'altra incredibile teoria è quella legata al fantasma di Elvis Presley. Secondo molti critici e fan della pellicola del 1994, all'interno della valigetta sarebbe contenuto il vestito dorato del Re del Rock And Roll, e quindi la sua essenza, con cui compare in versione fantasma all'interno del film True Romance (Una Vita Al Massimo) del 1993, sceneggiato dagli stessi Quentin Tarantino e Roger Avary.

A sostenere questa teoria la scena in cui il personaggio interpretato da Tim Roth cerca di rapinare Julius all'interno della caffetteria. Quest'ultimo mostra al rapinatore il contenuto della valigetta, dicendo che all'interno è contenuto "il bucato sporco del suo capo". Una volta vista la luce dorata il rapinatore si rivolge al personaggio di Samuel L. Jackson esclamando: "È quello che penso che sia?"

L'ultima e forse la più plausibile teoria riguardante il vero contenuto della valigetta di Pulp Fiction riguarda il diretto coinvolgimento del demonio. Oltre alla combinazione (666) sembra che molti elementi portino a pensare che nella ventiquattrore sia contenuta l'anima di Marsellus Wallace. Il gangster l'avrebbe venduta a Satana e adesso la rivorrebbe indietro a tutti i costi e, ad avvalorare la tesi, entra in campo una delle prime scene in cui compare il capo di Vincent e Julius, ripreso da dietro con un vistoso cerotto tra la testa e il collo. Secondo le scritture della Bibbia (citata abbondantemente nella pellicola di Tarantino) il demonio può portare via l'anima venduta da una persona attraverso "la sua nuca". 
E restando in tema di demonio e oscurità, il bagliore emesso dalla valigetta sarebbe anche un omaggio del regista al cinema degli anni '50, nello specifico alla pellicola del 1955 Kiss Me Deadly, in cui compare una scatola con un legame infernale che si illumina quando viene rivelato il suo contenuto.

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