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Shining, ecco perché Stephen King ha odiato il film di Stanley Kubrick

Per il grande scrittore la trasposizione cinematografica di Kubrick era come "una bellissima Cadillac ma senza motore"

The Shining, ecco perché Stephen King ha odiato il film di Stanley Kubrick

21/12/2024

The Shining di Stanley Kubrick è senza alcun dubbio uno dei film più apprezzati, simbolici e rappresentativi dell'inizio degli anni '80, complice anche un maestoso Jack Nicholson e una cura maniacale per la fotografia adottata dallo stimato regista.

Ma nonostante il successo di critica e pubblico l'autore originale del libro, Stephen King, non è mai riuscito a digerire la trasposizione sul grande schermo messa in atto da Kubrick, arrivando ad odiare il lungometraggio e a confutare il personaggio di Jack Torrance mostrato sulla pellicola.

In un documentario della MTC intitolato A Night At The Movies: The Horrors of Stephen King, l'autore del romanzo horror ha raccontato di una telefonata intercorsa anni fa tra lui e Kubrick in cui il regista gli confessava che le storie dei fantasmi nel film fossero fondamentalmente ottimistiche perché provano e mostrano l'esistenza oltre la barriera della morte. Ma quando Stephen King gli domandò se pensava che l'inferno fosse qualcosa di ottimistico, Kubrick rispose: "Non credo all'inferno". Stephen King ha sempre creduto nelle tradizionali demarcazioni bibliche tra il bene e il male in cui il ruolo del male è relegato a fantasmi e demoni. Kubrick aveva un'idea molto più pessimistica e ricca di sfumature di cosa si intendesse per "orrore". Una delle più evidenti dimostrazioni delle contrastanti visioni dell'opera da parte dei due è sicuramente il trattamento del personaggio di Jack Torrance, interpretato nel film del 1980 da uno spettacolare Jack Nicholson. Se Stephen King pensava che il personaggio di Jack Torrance fosse in qualche modo un buon uomo "plagiato da una parte e poi dall'altra" da varie forze cosmiche del male, Kubrick ribaltò completamente il personaggio dipingendolo come uno psicopatico.

"Penso che The Shining sia un film bellissimo", ha dichiarato Stephen King, "ha una fotografia fantastica ma, come ho detto prima, è come se fosse una grande, bellissima Cadillac senza motore al suo interno. In questo senso, quando è arrivato al cinema molte recensioni non erano favorevoli e io ero tra coloro che non l'avevano apprezzato. Ho tenuto la bocca chiusa in quel momento, ma non mi importava molto".

E provo lo stesso giudizio negativo per la trasposizione del personaggio di Jack Torrance, non ha un arco narrativo in quel film. Assolutamente nessuno", continua l'autore, "Quando vediamo Jack Nicholson per la prima volta si trova nell'ufficio del signor Ullman, il direttore dell'hotel, ed è mostrato pazzo come un topo di me**a. Tutto quello che fa nel film è diventare ancora più pazzo. Nel libro è descritto come un ragazzo che sta lottando con la sua sanità mentale e alla fine la perde. Per me è una tragedia. Nel film non c'è tragedia perché non c'è un vero cambiamento. L'altra vera differenza è che alla fine del mio libro l'hotel esplode e alla fine del film di Kubrick l'hotel si blocca. Questa è una differenza. Ma ho incontrato Kubrick e non c'è dubbio che sia un ragazzo incredibilmente intelligente. Ha realizzato alcuni dei film che significano molto per me. Penso che abbia fatto cose fantastiche ma era un uomo davvero introverso. Nel senso che quando si aveva l'opportunità di incontrarlo, e di parlargli, si mostrava in grado di interagire in modo perfettamente normale, ma non era assolutamente presente. Rimaneva sempre concentrato su di sé".

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