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The Rolling Stones, Keith Richards compose (I Can't Get No) Satisfaction nel sonno. La storia

Il leggendario chitarrista degli Stones trovò il riff registrato su un nastro nel suo registratore senza ricordare di averlo scritto

The Rolling Stones, Keith Richards compose (I Can't Get No) Satisfaction nel sonno. La storia

28/04/2020

Dietro una delle canzoni più belle e famose dei Rolling Stones, ovvero (I Can’t Get No) Satisfaction, si cela una singolare e divertente storia. A quanto pare, infatti, Keith Richards ha composto il celeberrimo riff di apertura del brano durante il sonno. In diverse interviste il musicista ha raccontato che una mattina si è svegliato e ha trovato il riff registrato su un nastro nel suo registratore ma non si ricordava di averlo composto. Nel nastro si sentiva poi il rumore di Keith che russa mentre dorme e la registrazione durava per ben 40 minuti: probabilmente, dunque, il musicista era molto stanco e, dopo aver suonato componendo inconsapevolmente uno dei riff più famosi della storia, è crollato e si è addormentato senza neanche spegnere il registratore.

Secondo la versione riportata da alcuni magazine, tra i quali Rolling Stone, la sera in cui Richards ha composto questo brano la band si trovava in un motel di Clearwater, in Florida, durante il terzo tour della loro carriera. Nel 2010, però, Richards ha fornito una versione differente nella sua biografia Life: “Quella sera mi trovavo con delle ragazze nel mio appartamento a Carlton Hill, a St. John’s Wood, il che forse spiega il mood della canzone – ha spiegato – ho composto Satisfaction durante il sonno. Non avevo idea di averla composta, bisogna solo ringraziare Dio che avessi con me il registratore di cassette Philips. Il miracolo è accaduto la mattina successiva, quando ho guardato il registratore e mi sono ricordato che la sera prima ci avevo inserito un nastro nuovo. Così mi sono accorto che era finito”.

A quel punto Richards ha ascoltato il nastro e ha scoperto di aver registrato 30 secondi del famoso riff con anche le parole che poi sono diventate il titolo del brano: “Era solo un’idea grezza – ha spiegato ancora nel suo libro – quello era appena lo scheletro della canzone e ovviamente non aveva il suono che ha avuto dopo, visto che era in versione acustica. Ma quello scheletro era tutto ciò di cui avevamo bisogno per crearla”. Subito dopo Keith ha fatto ascoltare la registrazione a Mick Jagger: “Ha sentito solo l’inizio e subito ha costruito il riff – ha raccontato il musicista – in versione acustica sembrava una melodia country più che qualcosa di rock. In realtà, a Mick non è piaciuta subito, pensava si trattasse di uno scherzo. Non credeva che fosse del materiale adatto a un brano e a quel punto tutti noi gli abbiamo detto ‘Sei fuori di testa’. E in effetti lo era”.

Alla fine anche Mick si è convinto che l’idea avrebbe potuto funzionare e così si è messo a scrivere il testo mentre si trovava in piscina a Clearwater, in Florida. Dopo cinque giorni la band registrò il pezzo e il resto è storia. Keith e Mick hanno sempre lavorato in questo modo, uno trova l’idea e poi l’altro ci lavora su: “Io ho scritto la melodia e lui il testo – ha raccontato Richards – ma il riff è soprattutto mio. Sono io il maestro nei riff”.

Nata in questo modo così insolito, (I Can’t Get No) Satisfaction ha avuto una grande fortuna: pubblicata nel maggio del 1965, è diventata ben presto la prima hit della band a raggiungere la vetta delle classifiche USA, dove è poi rimasta per ben quattordici settimane. Nel 2011 il brano si è anche aggiudicato il secondo posto nella classifica delle 500 Migliori canzoni di tutti i tempi stilata dal magazine Rolling Stone.

Dopo tanti anni, Keith Richards non smette di perfezionare quello che è già considerato da tanti il suo capolavoro: “Ogni volta che eseguo Satisfaction – ha raccontato in un’intervista per CBS News nel 2016 – cerco sempre nuovi modi per suonarla, giusto un piccolo ritocco qui e lì. Sapete come vanno queste cose, componi una canzone e dopo cinque giorni la registri, ma in quel momento non ne sai proprio nulla. Poi la esegui sul palco per 50 anni ed è solo allora che capisci come funziona, come sta accadendo a me adesso”. Nonostante la abbia ormai eseguita dal vivo un numero infinito di volte, Keith non si stanca mai di suonarla: “È una canzone piuttosto flessibile – ha detto in un'intervista per Rolling Stones – non è mai la stessa, cambia ogni sera. È un pezzo sul quale riesci a levitare, quando all’improvviso senti che i tuoi piedi non sono più poggiati a terra ma allo stesso tempo sei certo che non potrai cadere. È questo ciò che cerchi di fare quando la suoni: levitare”.

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