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The Wall: scopri la vera storia e tutte le curiosità del capolavoro dei Pink Floyd

Redazione Virgin Radio

Il 30 novembre del 1979 i Pink Floyd pubblicavano uno degli album più grandiosi nella storia del rock

Nel 1977 i Pink Floyd sono in tour in tutto il mondo con In The Flesh Tour per lanciare l’album Animals. Durante una concerto a Montreal in Canada, un ragazzo supera la barriera che separa il pubblico dalla band, salta sul palco e cerca di raggiungere Roger Waters, che lo respinge terrorizzato. Nasce da questo episodio uno dei dischi più famosi, inquietanti e teatrali nella storia del rock, The Wall, l’undicesimo album dei Pink Floyd.

Roger Waters comincia a soffrire le conseguenze del successo ed elabora l’immagine del muro come metafora di isolamento, pensa ad un’opera totale, fatta di musica, immagini e parole, e sfoga la sua paranoia in 24 canzoni che parlano di lui attraverso il suo alter ego Pink. Roger Waters finisce di registrare il demo di The Wall nel luglio del 1978, ma per finire l’album con la band ci vuole un anno di lavoro negli studi Britannia Row a Londra. David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason assecondano la visone di Roger Waters e seguendo l’immagine del muro da abbattere creano il loro ultimo capolavoro insieme, un album che esce il 30 novembre del 1979 arriva al numero uno in America per 15 settimane e al numero tre in Inghilterra, vende oltre 30 milioni di copie e supera i confini del tempo diventando un simbolo.

LA COPERTINA

Uno degli elementi più importanti de concept album The Wall è l’immagine stampata sulla copertina del vinile, un muro di mattoni bianchi, solenne e impenetrabile, con un adesivo rosso o nero incollato sopra con scritto Pink Floyd The Wall nello stile di un graffito. È una delle copertine più famose di sempre, firmata dall’artista Gerald Scarf. In una nuova intervista in cui ha presentato il libro The Art of Pink Floyd The Wall in uscita a novembre, Gerald Scarfe ha raccontato di averla disegnata: «Sul tavolo di cucina di casa di Roger Waters».

ANOTHER BRICK IN THE WALL

"Another Brick In The Wall, Part II", dei Pink Floyd, non ha mai smesso di stupirci, di confonderci, di farci riflettere. Il singolo, uscito nel Regno Unito il 23 novembre 1979 e negli USA il 7 gennio 1980, presenta una struttura particolare: è divisa, infatti, in tre parti ed è contenuta nell'undicesimo album in studio "The Wall", uscito nel 1979. 

A scriverla fu il bassista e cantante Roger Waters, e parla di temi forti legati alla sua infanzia e ai metodi di istruzione vigenti. "Oh, è stato terribile, davvero terribile", queste sono state le parole dell'artista in riferimento alla sua educazione infantile. Roger, dopo l'uscita del singolo icona del gruppo, rilasciò un'intervista alla BBC nella quale dichiarò: "[Il brano ndr] Non vuole essere una condanna generale di tutti gli insegnanti, ma quelli cattivi possono davvero influenzare i ragazzi".

Rogers presentò una prima bozza del lavoro concettuale che intendeva fare nel disco agli altri membri della band nel luglio del 2018, più di un anno prima della sua uscita. Tra le canzoni, c'era un trittico di brani intitolato "Another Brick in the Wall - Part II". Il brano si può definire come un inno di protesta verso il sistemo scolastico, che si esprimeva attraverso le lamentele dei ragazzi nei confronti di un'istruzione rigida, capace di fare il lavaggio del cervello agli scolari. “We don’t need no education / We don’t need no thought control” cantava Waters.

Il produttore Bob Ezrin prese parte alla realizzazione di "The Wall". Avendo lavorato per molto tempo con il suono di una discoteca accanto per la produzione dell'album "Nils" di Nils Lofgren, Bob desiderava ardentemente cimentarsi con qualcosa di più ritmato e funky. Quando si trovò davanti "Another Brick In The Wall, Part Two", ebbe la possibilità di farlo. 

In un primo momento, la canzone era "cupa e funebre", come la definì lo stesso batterista Nick Mason. Ma quando Ezrin sentì le inflessioni funk nella parte di chitarra di Gilmour, suggerì di dare al pezzo una nota groove da discoteca. Gilmour all'inizio si dimostrò dubbioso, ma l'approccio di Mason era perfettamente in linea con la filosofia ritmica della disco. È così che nacque uno dei brani più importanti della scena musicale internazionale. 

Non si sa bene se sia stato Waters o Ezrin a consigliare di aggiungere un suggestivo coro di bambini. Contattarono Nick Griffiths a Londra e gli chiesero di occuparsi della cosa. Nick si rivolse alla vicina Islington Green School e, grazie all'aiuto dell'insegnante di musica Alun Renshaw senza sentire il parere della direttrice dell'istituto, arruolò 23 studenti che in solo mezz'ora diedero del loro meglio. 

"Tremo ancora oggi ricordando la sensazione che ebbi quando sentì quei bambini cantare", ha dichiarato Waters un anno dopo aver sentito per la prima volta "Another Brick in the Wall, Part II". L'intenzione originale era quella di mantenere le voci dei ragazzi in secondo piano, ma alla fine erano diventate l'attrazione principale.

Il pezzo era così pronto. Furono eseguiti in seguito alcuni lavori di rifinitura. Fu inserito il graffiante assolo finale di chitarra di Gilmour, e anche un una voce da maestro di scuola sovraincisa che ammonisce i bambini: "If you don't eat yer meat, you can't have any pudding". 

Il 22 marzo 1980, la canzone divenne l'unico successo dei Pink Floyd negli Stati Uniti. Suscitò anche molte polemiche (come era prevedibile) per la posizione che prendeva, sebbene Waters si affrettò a dire che la sua denuncia non era riferita al sistema educativo in generale, ma a quello che tarpa le ali e massifica le menti dei giovani. 

Disincantato dai cambiamenti nel sistema educativo inglese, l'insegnante di musica Renshaw - proprio il tipo di educatore lungimirante che Waters avrebbe probabilmente preferito ai sostenitori del "controllo mentale" contro cui si ribellò - si trasferì in Australia. "C'è stata una reazione istintiva alla canzone che non aveva nulla a che fare con il sistema educativo", ha detto al Sydney Morning Herald nel 2004. "Ho riflettuto sulla vita dell'uomo e su come l'istruzione sia fondamentale. Ho visto il quadro più grande. E anche i genitori hanno lo hanno fatto, perché sono usciti e hanno comprato il disco".  

COMFORTABLY NUMB

Nel rapporto tra Roger Waters e David Gilmour oggi c’è una frattura che appare ormai insanabile e che allontana sempre di più la già remota ipotesi di una reunion. L’origine dei dissapori tra i due musicisti, in realtà, risale alla fine degli anni ’70: in quel periodo il loro rapporto iniziava a incrinarsi e c’è stato un forte rischio che i due chiudessero i ponti già da allora. Poi però la frattura definitiva non avvenne in quegli anni, anche se fu solo rimandata.

A tenere ancora insieme il duo in quel periodo è stata la loro forza creativa: sebbene dopo entrambi abbiano intrapreso un percorso solista degno di nota, nessuno dei due, in realtà, da solo è riuscito a raggiungere le vette toccate con la musica, ormai immortale, dei Pink Floyd. Insieme sono riusciti a creare dei veri capolavori ed è stato proprio questo sodalizio artistico a mandarli avanti in quel momento delicato: incredibilmente, proprio a seguito di un pesante litigio, Waters e Gilmour sono riusciti a creare Comfortably Numb, una delle perle del loro repertorio.

Diciannovesima traccia di The Wall questa canzone nacque da una session di registrazione del 1978 dedicata all’album di debutto come solista di Gilmour, un progetto che fa comprendere come stessero le cose all’interno della band in quegli anni: il chitarrista stava cercando uno spazio tutto suo, perché evidentemente non riusciva più a esprimersi come desiderava con il gruppo. Nonostante questo, come riporta il libro del 2008 Comfortably Numb: The Inside Story Of Pink Floyd di Mark Blake, Gilmour in seguito ha confessato che questo pezzo è nato dalle “ultime braci dell’abilità" di lui e Roger "di lavorare insieme in modo collaborativo”.

Il pezzo prese davvero vita quando Waters inserì i suoi versi sulla parte strumentale. Poi nacque il conflitto: “Quando eravamo nel Sud della Francia, dove abbiamo registrato la maggior parte dei brani di The Wall – ha raccontato il bassista ad Absolute Radio nel 2011 – io e David abbiamo avuto un serio scontro a proposito della registrazione di Comfortably Numb. Probabilmente questa è una storia il cui ricordo è quasi identico per entrambi. Tutto è iniziato quando ho composto un pezzo ritmato che amavo molto, mentre secondo lui non era abbastanza preciso a livello ritmico. Così tagliò di nuovo la parte di batteria e disse ‘Così va meglio’. Io risposi ‘No, non va meglio, a me non piace’”.

Nel libro di Mark Blake viene riportato anche il racconto del co-produttore dell’album, Bob Ezrin, il quale ha spiegato che, mentre la versione di Gilmour era più “dura e minimale”, quella di Waters era una “grandiosa versione orchestrale”. Tra i due musicisti ci fu un vero braccio di ferro, a Ezrin piaceva di più la versione di Waters ma alla fine fu trovato un accordo: il corpo della canzone avrebbe mantenuto l’arrangiamento orchestrale, mentre la parte finale, compreso il meraviglioso assolo, sarebbe stata ripresa dalla versione più dura di Gilmour.

È difficile immaginare Comfortably Numb diversa da come la conosciamo, perché così è semplicemente perfetta: alla fine, dunque, la scelta di unire le idee dei due geni creativi dei Pink Floyd è stata sicuramente quella più appropriata, perché così facendo la band ha regalato al mondo l'ennesimo capolavoro.

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