Rock News
28/10/2019
Sesso, droga e rock ‘n’ roll: sono questi tre elementi a essere considerati come i pilastri della musica rock perché la maggior parte delle band della storia ha vissuto all’insegna degli eccessi e dei vizi.
Tra queste, anche se forse meno di altre, ci sono anche gli AC/DC: in un articolo pubblicato su Classick Rock, il giornalista esperto del settore musicale Harry Doherty racconta di quando, nel 1977, la band approdò per la prima volta in Gran Bretagna dall’Australia e lui ne intuì subito il potenziale.
Oltre al talento musicale, degli AC/DC il giornalista non riuscì a fare a meno di notare anche la loro passione per l’alcool. La prima volta che incontrò Bon Scott, ad esempio, scoprì subito l’attitudine del cantante a bere molto: per riprendersi dal jet-lag, il frontman bevve svariati drink a base di bourbon e vodka prima di prendere un treno che lo avrebbe portato a Cardiff per un concerto con la band. “Non c’è niente di meglio di un drink – disse – prima di un noioso viaggio in treno”.
A causa della sbornia, Scott prese il treno sbagliato ma non gliene importò più di tanto: “Mi piace bere – disse al giornalista – deve essere lo scozzese che è in me. Come dico spesso, sono un ubriacone speciale, bevo troppo”. Era questa la sua filosofia e in quel periodo era soddisfatto della sua vita proprio grazie agli AC/DC, che gli permettevano di andare in giro a fare concerti: “Non so cosa farei senza questa band – confessò – vivo per questo. Siamo davvero dei tipacci e le canzoni riflettono semplicemente quello che siamo. Alcool, donne, sesso e rock ’n’ roll. Ecco di cosa è fatta la vita”.
Tralasciando alcool e donne, ciò che interessava di più la band in quel periodo era proprio suonare il rock ‘n’ roll e farlo bene, facendo divertire il pubblico e non annoiandolo come, invece, facevano secondo loro tanti altri gruppi dell’epoca. “Noi ci prendiamo sul serio fino a un certo punto – disse, invece, Angus Young al giornalista - se tutti prendessero la musica troppo sul serio, saremmo tutti finiti. Le band che si prendono troppo sul serio sono composte da idioti, perché si prendono talmente sul serio che non riescono a godersi quello che fanno. Noi siamo tremendi e questo si bilancia con gli altri elementi nei nostri concerti, l’importante è spezzare la monotonia”.
Per gli AC/DC, dunque, l’importante era far divertire e far scatenare il pubblico, perché se non c’era un coinvolgimento da parte degli spettatori, voleva dire che quella band faceva “musica noiosa” e “si annoiava essa stessa”. “Non conosco nessuno – disse ancora Young – che sia andato al concerto di una di queste band serie e che poi abbia detto di essersi divertito. Possono dire che lo show è stato bello, che la musica era piacevole, ma in diversi momenti di certo si sono annoiati anche se hanno paura ad ammetterlo”.
“Quando suoni roba seria – aggiunse poi Scott – sei indulgente verso te stesso e ti aspetti che la gente si accontenti di quello che stai suonando. Nel rock ‘n’ roll, che è ciò che noi suoniamo, invece, tu restituisci al pubblico esattamente quello che vivi sul palco”. In sostanza, per gli AC/DC l’importante era e, probabilmente è ancora, divertirsi e far divertire, lasciando da parte i virtuosismi, perché il rock è pura energia e basta.
Il gruppo cercava di creare una sintonia con la gente sotto al palco. Nel caso in cui il pubblico, invece, fosse stato composto da teppisti, Angus Young aveva la soluzione: mostrare loro il suo didietro. “Lo faccio solo quando sento che gli spettatori se lo meritano – disse – a volte capita di avere un pubblico piuttosto chiassoso e indisciplinato e quindi per farli calmare non puoi fare altro che questo. In Australia spesso venivano ai nostri concerti dei tipi che non facevano altro che prendermi in giro urlando ‘Angus non ha le palle’. Fino a che alla fine non mi abbassavo i pantaloni e gliele facevo vedere”.
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