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Jack White: “Ecco le band che sono la speranza per il futuro del rock. Greta Van Fleet, Royal Blood...”
Il musicista dice la sua sulle band del momento: "è così entusiasmante vedere dei giovani suonare il rock ‘n’ roll"
Jack White è tra i sostenitori delle giovani band e, secondo lui, ci sono diversi gruppi molto promettenti i cui album sono in grado di dare nuova linfa alla musica rock. “Sono tutti gli album che usciranno quest’anno – ha detto il musicista in un’intervista a Rolling Stone – The Hives, The Black Keys... è bello che la gente ancora apprezzi una band che scrive canzoni, come i Vampire Weekend e i Twenty One Pilots. Band come queste scrivono davvero degli ottimi pezzi”.
Jack White sembra apprezzare davvero molto, in particolare quest’ultima band: “Mi piace ciò che fanno – ha continuato – la prima volta che ho visto i Twenty One Pilots è stato al Saturday Night Live e ho pensato ‘Oh, sono davvero forti, un altro duo davvero forte che può creare qualcosa di davvero potente’. Mi è piaciuto quello che facevano – ha sottolineato – ossia suonare il piano e il basso e il modo di cantare del frontman. E poi ci sono anche i Royal Blood, un altro duo davvero bravo che spacca”.
Ma quest’anno tra le band emergenti a far parlare di sé sono stati soprattutto i Greta Van Fleet, una vera rivelazione perché si rifanno al rock più puro in stile anni ’70, non a caso sono stati accusati di ispirarsi un po’ troppo ai Led Zeppelin. Jack White pensa che i paragoni siano un classico ma che, se una band vale, prima o poi riesce a scrollarseli di dosso: “Sono tre ragazzi di origine polacca provenienti da Frankenmuth, nel Michigan – ha detto a proposito dei fratelli Kiszka – quando ho saputo di loro ho pensato fosse uno scherzo! Ma è così entusiasmante vedere dei giovani suonare il rock ‘n’ roll, non ci sono dubbi su questo. Quel ragazzo – ha aggiunto, riferendosi a Joshua – ha una gran bella voce. Più crea un suo stile nel cantare e più migliora. Quando sono diventato famoso, anche a me la gente diceva che il mio modo di cantare assomigliava a quello di Robert Plant. Ma se insisti e vai avanti, alla fine nessuno fa più paragoni”.