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Elton John: “Mi sono opposto all’eliminazione delle scene di sesso e droga in Rocketman. La mia vita è stata anche questo”

Il cantante è contento della sua scelta perché voleva che il film fosse il più realistico possibile: "io non ho condotto una vita da PG-13!"

Elton John: “Mi sono opposto all’eliminazione delle scene di sesso e droga in Rocketman. La mia vita è stata anche questo”

28/05/2019

Se un film deve raccontare la vita di un artista allora deve farlo senza censure, nel modo più realistico possibile, perché solo così potrà emergere la sua vera essenza. Ne è convinto Elton John ed è per questo motivo che dal film Rocketman ha preferito non eliminare le scene di droga e sesso presenti.

Per questa sua scelta, negli Stati Uniti la Motion Picture Association of America ha assegnato al film una R, che sta per “restricted”: ciò vuol dire che i minori di 17 anni potranno vederlo solo se accompagnati da un adulto. La Paramount Pictures, che per prima aveva pensato di tagliare quelle scene, sperava di ricevere un PG-13 rating, ossia la sola avvertenza che la visione del film è inappropriata per i minori di 13 anni, fattore che avrebbe ovviamente attratto un maggior numero di spettatori al cinema; la restrizione, invece, è stata più severa ma il baronetto non si pente della sua scelta di mostrare ogni sfumatura e ogni verità della sua vita, anche quelle più scomode.

Il problema è che io non ho condotto una vita da PG-13 – ha spiegato Elton John in un’intervista per il Guardian – non volevo un film pieno di sesso e droga ma, allo stesso tempo, tutti sanno che queste cose hanno fatto parte della mia vita negli anni ’70 e ’80. Dunque non avrebbe avuto senso fare un film per mostrare che dopo ogni concerto tornavo in hotel con solo una tazza di latte caldo e una Bibbia come compagnia”.

In effetti nessuno ci avrebbe creduto e soprattutto non sarebbe stato un film su Elton John, ma su qualcun altro. Ma questa non è l’unica ragione per la quale il cantante si è opposto all’eliminazione delle scene più pesanti: il baronetto, infatti, vuole che i suoi figli abbiano un racconto dettagliato della sua vita da poter guardare in futuro, vuole che sappiano chi è stato il padre, nel bene e nel male, e questo suo desiderio di mostrarsi, a loro prima che al pubblico, per ciò che è stato veramente lo ha guidato nella produzione di questo film.

All’inizio della sua carriera John voleva semplicemente essere un cantautore, voleva solo fare musica e invece poi, quando è diventato famoso negli anni ‘70, come è accaduto a tanti artisti, la situazione gli è sfuggita di mano, anche a causa dell’abuso di droghe. È stato un episodio particolare che, secondo lui, ha segnato per sempre la sua vita, ossia il viaggio negli Stati Uniti nel 1970: “Sono ritornato dagli States un mese dopo, quando i critici americani hanno iniziato a definirmi come ‘il salvatore del rock and roll’ – ha raccontato il cantante – artisti che fino a quel momento per me erano stati solo dei miti il cui nome era stampato sul retro delle copertine dei dischi, persone che io veneravo, improvvisamente hanno iniziato a venirmi a trovare nei camerini per dire a me e a Taupin che amavano ciò che stavamo facendo: mi riferisco, ad esempio, a Brian Wilson dei Beach Boys, Leon Russell, The Band e Bob Dylan. In quel periodo – ha aggiunto – ho anche perso la mia verginità con un uomo, John Reid, che poi è diventato il mio manager, e poi ho fatto coming out, inizialmente con la mia famiglia e con i miei amici. Tutto questo è accaduto in un periodo di sole tre settimane. Dire che è stato tanto da assimilare tutto insieme è un eufemismo”. 

La vita di Elton John è cambiata all’improvviso dunque, e non solo perché la sua popolarità cresceva di giorno in giorno, ma anche da un punto di vista privato; anche per questo motivo l’artista decise a quel punto di tenere un diario, per documentare tutto quello che gli stava accadendo: “Scrivevo quello che mi accadeva ogni giorno e questo resoconto è involontariamente esilarante – ha spiegato - Scrivevo ogni cosa in un modo così distaccato da far sembrare tutto ancora più assurdo. Ad esempio, scrivevo cose del tipo: ‘Mi sono alzato, ho guardato Grandstand. Ho scritto Candle In The Wind. Sono andato a Londra, ho comprato una Rolls-Royce. Ringo Starr è venuto a cena’. Penso che stessi solo cercando di rendere normale ciò che mi stava accadendo, il problema era che ciò che mi stava accadendo non era affatto normale. Non mi sto lamentando, è per dire che non esiste un modo per prepararsi a cose del genere. Penso che nessun essere umano sia psicologicamente costruito per affrontare tutte quelle cose così velocemente, da solo, con tutte le nevrosi che risalgono all’infanzia”.

Per Elton non è stato doloroso rivivere quei momenti guardandoli sullo schermo: “Sono cose vere e, a differenza della mia infanzia, è stata solo colpa mia – ha detto – nessuno mi ha obbligato ad assumere droghe o alcool, anzi, più di una persona ha cercato di aprirmi gli occhi e di dirmi che stavo perdendo il controllo. Era davvero un’impresa riuscire a farsi notare per l’abuso di cocaina nell’industria musicale degli anni ’70 a Los Angeles, ma io ero chiaramente pronto a impegnarmi per riuscirci”.

Nel primo weekend nei cinema inglesi, Rocketman ha già guadagnato 6,4 milioni di dollari: secondo i dati riportati da Deadline, il biopic è secondo solo al nuovo film Disney, Aladdin; ora si attende l’arrivo nelle sale americane, in programma per il 31 maggio.

Indipendentemente dal successo che potrà o meno ottenere, Elton John è pienamente soddisfatto di come è stato realizzato questo film, di cui ama ogni singola scena, comprese quelle di fantasia. Il suo celebre collaboratore nella composizione delle sue canzoni, Bernie Taupin, invece, inizialmente non ne è stato molto entusiasta, ma alla fine lo ha apprezzato: “Non penso sia scoppiato in lacrime – ha detto ancora Elton John – ma ne è rimasto molto colpito. Ne ha capito il significato, ossia il desiderio di realizzare qualcosa che rappresentasse davvero ciò che è stata la mia vita: caotica, divertente, folle, orribile, brillante e oscura. Ovviamente non è proprio tutto vero, ma è la verità”.

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