Pink Floyd, Nick Mason ricorda l'improvvisa visita in studio di Syd Barrett nel 1975: “Non l’avevo riconosciuto. È stato scioccante"

Il ricordo di Syd Barrett è ancora vivo nei restanti membri dei Pink Floyd e spesso per loro è inevitabile ripensare a lui, anche perché nelle interviste capita spesso di riparlarne. Questa volta è stato Nick Mason a ricordare il primo frontman della band che fu costretto a lasciare i suoi compagni a causa dei suoi problemi di salute mentale, dovuti anche alla dipendenza da sostanze stupefacenti.

Nel 1975, dopo 7 anni dall’addio al gruppo, Syd Barrett si presentò a sorpresa nello studio di registrazione dove i Pink Floyd stavano registrando l’album Wish You Were Here, disco che, tra l’altro, contiene brani dedicati proprio a Syd, come la celeberrima Shine On You Crazy Diamond. L’ex cantante allora aveva 29 anni ma ai suoi amici apparve invecchiato, ingrassato e abbrutito, al punto che per loro rivederlo fu un’esperienza quasi traumatica: “Scioccante è la parola giusta – ha raccontato Mason a SiriusXM – io stavo lavorando in studio e quando sono entrato nella sala di regia ho trovato questo strano ed enorme ragazzo. Non l’avevo riconosciuto. È dovuto intervenire David che mi ha detto ‘Nick, non sai chi è questo ragazzo? È Syd’. A quel punto lo riconobbi ma non so come spiegare, è stato davvero scioccante”.

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Il ricordo della visita di Syd, forse anche perché fu uno shock Nick Mason e gli altri, con il tempo si è offuscato e nessuno di loro ricorda esattamente cosa avvenne, se non che a un certo punto il loro amico comparve lì in studio un paio di volte, trascorse un po’ di tempo con loro per poi andarsene di nuovo, fu quasi come l’apparizione di un fantasma. Il batterista ha poi spiegato che stargli vicino non fu facile per loro: “Non è stato affatto abbandonato, ma abbiamo subito realizzato che non avrebbe più potuto fare tour né esibirsi dal vivo – ha spiegato – il problema era anche che 52 anni fa non avevamo idea di come poterci prendere cura di lui. Pensavamo fosse pazzo perché non voleva più far parte della band mentre in realtà i pazzi eravamo noi e lui era quello sano. Non è un buon punto di partenza per prendersi cura di qualcuno, ma negli anni tutti noi siamo stati coinvolti nella produzione dei suoi due album solisti. Poi siamo sempre rimasti in contatto con la sua famiglia e abbiamo provato a prenderci cura anche del suo repertorio di canzoni”.

Prima del suo abbandono, era Syd che scriveva la maggior parte delle canzoni dei Pink Floyd ma occuparsi della parte creativa dopo il suo addio per la band non fu un problema: “Il mio punto di vista su questo aspetto era un altro – ha detto Mason – la vita ormai era diventata così difficile con Syd e invece noi desideravamo ancora fortemente esibirci e fare musica. Onestamente è stato un sollievo quando Syd se n’è andato. Anche se non avevamo nuovo materiale, anche se avevamo perso il nostro frontman, l’arrivo di David ci è bastato per restare a galla. Nei sei mesi successivi, infatti, abbiamo realizzato tanti singoli e tanti video”.

Durante l’intervista, il batterista ha poi parlato anche dei suoi progetti futuri con il suo gruppo Nick Mason's Saucerful of Secrets e, quando gli è stato chiesto se gli altri ex membri dei Pink Floyd parteciperanno in qualche modo al suo prossimo tour, ha risposto: “Beh, ovviamente se comprano un biglietto possono venire – ha detto per poi aggiungere – entrambi hanno detto che potrebbero farsi vedere a un certo punto, vedremo. Non sarebbe giusto, però, pubblicizzare questi concerti sfruttando questa aspettativa”. In questo suo progetto, Mason è stato appoggiato da David Gilmour e Roger Waters e il fatto che eseguirà i brani dei Pink Floyd non rappresenta un problema: “Sono assolutamente libero di fare ciò che voglio – ha spiegato – ma certo, comunque li ho chiamati ed entrambi mi hanno incoraggiato e aiutato più di chiunque altro. È anche una questione di buone maniere, alla fine la musica è a disposizione di tutti noi. Solo nel caso in cui si voglia mettere su una tribute band o fare un intero show con i filmati sui maxi schermi, è necessario avere l’autorizzazione. Ma per noi questo non ha mai rappresentato un problema”.