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Woodstock 50: “Vogliamo creare un evento che coinvolga davvero le persone”. Ecco come sarà organizzato

Michael Lang, torico organizzatore e anima del primo evento, spiega qual è il vero scopo del grande festival che si terrà ad agosto

Woodstock 50: “Vogliamo creare un evento che coinvolga davvero le persone”. Ecco come sarà organizzato

05/02/2019

Cresce l’attesa per Woodstock 50, il grande evento che si terrà ad agosto a Watkins Glen (NY) per celebrare i 50 anni dalla storica manifestazione del 1969. Oggi l’organizzatore Michael Lang torna a parlare dell’argomento a Billboard, affrontando alcuni aspetti fondamentali della questione. 

Per anni molti grandi eventi musicali o anche grandi manifestazioni di diversa natura sono state paragonate al festival di Woodstock: nel 1987 l’American Physical Society, ad esempio, definì il proprio meeting annuale come il “Woodstock della fisica”, mentre il Welsh Hay Festival fu definito il “Woodstock della mente”. Nel 2017, invece, il Fyre Festival, un evento musicale organizzato a Great Exuma, un’isola delle Bahamas, fu presentato dagli organizzatori come il “Woodstock dei Millennials” e per loro sarebbe passato alla storia: in realtà, in effetti la manifestazione è rimasta nella mente di molti ma come un grande fallimento, visto che, per problemi legati alla sicurezza, al cibo, agli alloggi e agli accordi con gli artisti che avrebbero dovuto partecipare, l’evento è stato poi posticipato a data da destinarsi, con buona pace di chi era già approdato sull’isola per l’occasione, spendendo migliaia di dollari inutilmente.

Tutto questo è ridicolo – ha dichiarato Lang a Billboard, spiegando di aver visto di recente un documentario sul Fyre Festival – quella gente voleva fare una truffa. Gli organizzatori non si sono mai focalizzati sulla musica, quello non è Woodstock, è solo gente che cerca di rubare agli altri”. Il disappunto di Lang nei confronti di tutti questi festival che si appropriano indebitamente del nome del leggendario festival è comprensibile, considerando che lui detiene i diritti del marchio Woodstock con i suoi soci della Woodstock Ventures.

Tutte queste manifestazioni, in effetti, nulla hanno a che fare con l’originale: l’unico vero Festival di Woodstock è quello che si ripeterà ad agosto e per il quale Lang sta lavorando duramente, per fare in modo non solo che l’organizzazione sia impeccabile, ma che questo evento acquisti anche una rilevanza di carattere sociale e non rimanga semplicemente un festival musicale come, appunto, tanti altri. 

A tal proposito, parlando più nello specifico della musica del festival, Lang ha spiegato: “La line-up sarà un mix di alcune band storiche e tantissimi nuovi talenti, ne avremo probabilmente molti di più di qualsiasi altro festival. I generi andranno dal rock al pop, passando per il folk e l’hip hop – ha aggiunto – tutto questo vuole rappresentare l’idea di impegno con l’obiettivo di coinvolgere le persone sui temi sociali. Quindi ci sarà una sorta di solennità in alcune performance e vogliamo che tutto questo trascenda l’evento in sé per sé. Ho sempre pensato che eventi come ad esempio il Live Aid, che hanno comportato un grande sforzo nell’organizzazione, siano poi sempre morti lì, al termine del concerto. Noi invece vogliamo che Woodstock 50 interessi e coinvolga davvero le persone e le incoraggi a impegnarsi in prima persona su determinati fronti. Ci troviamo in una situazione nella quale rischiamo di perdere il nostro pianeta se non prestiamo attenzione”. Lang si riferisce a tutti i temi sociali come quelli che riguardano l’ambiente, la sostenibilità, i cambiamenti climatici, ma anche l’importanza della cittadinanza attiva, argomenti dei quali si parlerà molto anche grazie alla presenza sul posto di diverse associazioni non governative.

La manifestazione che si terrà ad agosto di quest’anno ha dunque lo scopo di lasciare il segno nel pubblico: “Nel 1969 le persone parteciparono per trascorrere tre giorni di pace e di musica e per vivere un’esperienza di ‘comunità’ – ha spiegato ancora Lang – è questo che lo ha reso così speciale. Per questo motivo speriamo che l’impegno spinga le persone di nuovo in quella dimensione per far sì che questa esperienza cambi le loro esistenze. Sono in tanti ad avermi detto che Woodstock ha cambiato loro la vita, soprattutto nel modo in cui si relazionano con gli altri. È stato un evento sulla vita, sulla controcultura e su tutto ciò che stavamo affrontando insieme - ha concluso - Le persone ne uscirono convinte di poter raggiungere gli obiettivi per i quali stavano lottando”.

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