Rock News
04/09/2025
Dopo quasi quarant’anni di dubbi e tentativi falliti di decifrare ogni parola, Michael Stipe ha finalmente chiarito alcuni dei passaggi più oscuri del brano cult dei R.E.M. It’s the End of the World as We Know It (And I Feel Fine), pubblicato nel 1987.
Il brano, secondo singolo estratto da Document è noto per la sua carica frenetica e per la sequenza di versi sparati a raffica, che hanno reso il testo praticamente indecifrabile ai fan. Nel corso degli anni, solo alcune frasi erano diventate leggendarie, come il celebre “Leonard Bernstein!”, mentre la maggior parte restava un mistero, complice anche la scelta della band di non stampare quasi mai i testi nei libretti ufficiali.
La rivelazione del frontman della band di Athens è arrivata inaspettatamente sul social Bluesky, partendo da un meme dei Simpson. Nell’immagine, Homer sostiene di conoscere a memoria ogni parola della canzone, ma viene prontamente smentito con la frase: “No, non puoi, signor Simpson. Nessuno può.” Il fromntman dei R.E.M. ha risposto secco: “Io posso.”
I can
— Michael Stipe (@michaelstipe.bsky.social) 30 agosto 2025 alle ore 19:14
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Due giorni dopo, Stipe ha mantenuto la promessa, condividendo alcuni dei versi più criptici e spesso storpiati dai fan. Tra questi, ha precisato che il testo corretto è:
“Left of west and coming in a hurry with the Furies breathing down your neck”
“Team by team reporters, baffled, trumped, tethered, cropped, Look at that low playing, fine, then”
Come molti altri passaggi del brano, anche queste frasi sembrano un flusso caotico di immagini e suggestioni più che un racconto lineare, confermando lo stile libero e volutamente surreale della scrittura di Stipe.
It’s ‘Left of west and coming in a hurry with the Furies breathing down your neck
— Michael Stipe (@michaelstipe.bsky.social) 1 settembre 2025 alle ore 02:10
It’s “Team by team reporters, baffled, trumped, tethered, cropped, Look at that low playing, fine, then
— Michael Stipe (@michaelstipe.bsky.social) 1 settembre 2025 alle ore 20:11
Con questa piccola ma significativa rivelazione, Michael Stipe ha regalato ai fan un raro spiraglio sul dietro le quinte di uno dei brani più iconici degli anni Ottanta, dimostrando ancora una volta che, nonostante il tempo trascorso, It’s the End of the World as We Know It resta un pezzo capace di far discutere, sorridere e cantare (anche se non sempre con le parole giuste).
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