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Tom Hanks svela quali sono i cinque dischi senza i quali non potrebbe vivere

Redazione Virgin Radio

Per il grande attore la musica che ha formato la sua personalità fin da bambino

Nel 1996 Tom Hanks, che è già uno degli attori più importanti di Hollywood dopo i due premi Oscar consecutivi per Philadelphia del 1993 e Forrest Gump del 1994, esordisce come regista con un film dedicato alla sua seconda grande passione, la musica. Si intitola That Thing You Do e racconta la storia della ascesa e caduta di una pop band formata nel 1964 da quattro amici della Pennsylvania i The Wonders che arrivano fino alla top 10 americana con la loro prima canzone, That Thing You Do, vivono il successo e le conseguenze della loro hit e poi si sciolgono e tornano alla loro vita quotidiana.

Un film ben accolto dalla critica, lanciato anche dall’uscita di un singolo (prodotto dalla casa discografica fondata da Tom Hanks) che arriva nella top 50 in America e viene anche nominato agli Oscar come miglior colonna sonora. Per Tom Hanks è la realizzazione di un sogno, entrare nel mondo della musica che ha formato la sua personalità fin da bambino e che lo ha accompagnato mentre cercava la sia strada come attore. In una intervista, raccontando gli anni dei provini e degli esordi tra New York e Hollywood (uno dei suoi primi ruoli è stato come personaggio secondario di un episodio di Happy Days), Tom Hanks ha raccontato i cinque dischi senza i quali non potrebbe vivere.

Il primo è un classico della canzone pop americana, Julie is Her Name della cantante Julie London, che contiene la sua hit Cry me a River: «Una donna formidabile con una voce fantastica, che cantava nei saloon nei primi anni 60». Un’altra artista donna da cui è ossessionato è Dusty Springfield, la voce di una hit come Son of a Precaher Man (resa famosa negli anni 90 da Quentin Tarantino nella colonna sonora di Pulp Fiction): «Aveva il suono della Chess Records di Memphis con un atmosfera soul molto inglese. Fantastica».

Il rock’n’roll è rappresentato nella sua lista da Chuck Berry: «Non può mancare una raccolta dei classici, semplici, perfetti pezzi di Chuck Berry. Non c’è solo la sua chitarra e il ritmo, ma anche testi molti sottili ed efficaci, e un certo tipo di poesia urbana, che era piuttosto avanti per i suoi tempi». Il racconto del quotidiano, della realtà dell’America e delle sue contraddizioni è invece quello di Bruce Springsteen: «Darkness on the Edge of Town è una opera maestra di musica rock che racconta la strada e la verità» ha detto Tom Hanks.

Per l’ultimo disco, invece, Tom Hanks sceglie quello di sua moglie, Rita Wilson, che ha conosciuto sul set della sitcom Bosom Buddies nel 1981 e con cui è sposato dal 1988. Rita ha esordito nel 2012 con l’album di cover AM/FM e ha pubblicato altri quattro album fino al 2022 (Rita Wilson, Bigger Picture, Halfway to Home e il disco di duetti Now & Forever): «Nel caso dovessi sentirmi solo» ha detto Tom Hanks, «Posso sempre ascoltare uno dei dischi di mia moglie».  

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