Rock News
06/03/2025
A dodici anni, quando studiava nel collegio britannico St. Peter’s School di Panchgani, vicino a Bombay in India, Freddie Mercury (che si chiamava ancora Farrokh Bulsara) ha formato la sua prima band, The Hectics per suonare la musica che lo ha catturato, il rock’n’roll di Little Richard.
È l’inizio dell’evoluzione musicale di uno degli artisti più fantasiosi ed eclettici nella storia del rock anni 70. Dall’isola di Zanzibar dove è nato nel 1946 a Panchgani fino a Londra dove è arrivato con la famiglia nel 1963, Freddie (comincia a farsi chiamare così proprio alla St. Peter’s School) scopre suoni, stili e ispirazione: è un pianista di grande talento con una formazione classica, che ha assorbito il linguaggio del rock’n’roll, poi ha scoperto il virtuosismo progressive e l’immaginario estetico glam e la potenza dell’hard rock dei Led Zeppelin, ha una profonda attrazione verso la lirica e l’opera ma che per il soul e il pop elettronico degli anni 80 e ha costruito fin dall’inizio della sua carriera (con le sue prime band Wreckage e Sour Milk Sea) la propria figura di frontman intorno al mito di Jimi Hendrix.
Quando nell’aprile del 1970 entra a fare parte della band formata da Brian May e Roger Taylor, gli Smile, e propone di cambiare nome in Queen (cambiando anche il suo cognome in Mercury) è un vulcano di idee che portano la band dalla sperimentazione art rock dei primi album Queen, Queen II e Sheer Heart Attack alla creazione di un sorprendente nuovo genere opera rock con A Night at the Opera e A Day at the Races, fino all’hard rock di News of the World, Jazz e The Game e poi al rock contaminato con il pop elettronico degli anni 80 con Flash Gordon, Hot Space, The Works, A Kind fo Magic e The Miracle e alla espansione lirica e visionaria dell’ultimo album Innuendo. Quando la sua famiglia, i Queen e pochi amici tra cui Elton John, partecipano al suo funerale privato il 27 novembre 1991, la musica scelta personalmente da Freddie per la cerimonia è Take My Hand, Precious Lord / You’ve Got a Friend di Aretha Franklin, una delle sue cantanti preferite.
«Una delle migliori voci di sempre» aveva detto Freddie in una delle sue rare interviste con la stampa musicale inglese, citando la regina del soul come influenza di Somebody to Love, «Il suo modo di cantare è un sogno: ogni parola che canta viene fuori in modo naturale e pieno di emozioni. Potrei ascoltarla per sempre».
Da Jimi Hendrix ai suoi amici David Bowie ed Elton John, da John Lennon ai Beach Boys (che ha nominato la vera ispirazione delle complesse armonie vocali dei Queen) fino a Luciano Pavarotti, le arie di Giuseppe Verdi, le superstar del pop come Michael Jackson e Grace Jones e la profondità sublime di Aretha Franklin: questi sono i riferimenti musicali che hanno creato una delle rockstar più grandi di sempre.
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