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Black Sabbath, Tony Iommi racconta la storia di come ha perso le due falangi: "Per i dottori non avrei più potuto suonare"

Come un terribile incidente ha cambiato per sempre la storia dell'heavy metal

Black Sabbath, Tony Iommi racconta la storia di come ha perso le due falangi: "Per i dottori non avrei più potuto suonare"

08/02/2025

Una delle più importanti rivoluzioni nella storia del rock nasce da un incidente terribile che potrebbe rovinare la vita a chiunque, soprattutto ad un ragazzo di una famiglia di origine italiana di Birmingham che ha dovuto iniziare a lavorare molto presto. Tony Iommi, il chitarrista dei Black Sabbath e pioniere del suono heavy metal è nato nel quartiere di Astron il 19 febbraio 1948.

La madre era di Palermo e gestiva un negozio molto popolare del quartiere di Aston, il padre era delle Marche e faceva il falegname, Tony frequenta la Birchfield Road School (dove conosce Ozzy Osbourne), pratica la boxe e il karate per difendersi dalla vita di strada e per trovare lavoro come buttafuori nei locali, fa prima l’idraulico e poi l’operaio in una azienda siderurgica e suona la chitarra da mancino da quando ha dieci anni.

A diciassette anni, durante il suo ultimo giorno di lavoro in fabbrica, un macchinario si inceppa e Tony Iommi perde le falangi del dito medio e anulare della mano destra, quella con cui essendo mancino fa gli accordi. «Mi hanno mandato a lavorare alla pressa, perché l’operaio addetto a quella macchina non c’era. Non avevo idea di come funzionasse, appena l’ho toccata la pressa è venuta già sulla mia mano e quando l’ho tolta mi mancavano due dita» ha raccontato  «I dottori mi hanno detto: mi dispiace non potrai più suonare la chitarra. Io mi sono detto: non lo posso accettare, devo trovare un modo».

Nasce così il suono oscuro, potente, spezzato di Paranoid, gli accordi minacciosi di Iron Man e War Pigs, l’atmosfera di Sabbath Bloody Sabbath e tutti i brani dei Black Sabbath che hanno creato l’heavy metal. Il primo aiuto arriva da un collega della fabbrica che gli fa ascoltare un disco del leggendario jazzista Django Reinhardt: «Mi ha detto: questo tizio suona con due dita sul manico a causa di un incidente. È stata una rivelazione». Tony Iommi si costruisce da solo delle protesi per le parti di dita mancanti, si dice usando una bottiglia di detersivo in vetro e pezzi di acciaio e coprendole con dei pezzi di una giacca di pelle, usa delle corde da banjo più leggere, preme molto di più quando fa gli accordi (perché non ha sensibilità) e accorda la sua chitarra tre semitoni più in basso per creare «Un suono più pesante e grande» e decide di continuare a suonare da mancino: «Suonavo solo da due anni, avrei potuto imparare a suonare anche da destro ma mi sembrava di avere già un mio stile e un suono che non avevo la pazienza di cambiare. E poi ho deciso di farcela con quello che avevo, mi sono fatto delle dita finte e sono andato avanti».

Tony Iommi è entrato nella storia grazie a questa determinazione e alla creatività che lo ha portato a creare un suono, ma non ha mai dimenticato l’incidente in fabbrica: «Non posso suonare alcuni accordi e non sento le corde della chitarra sotto le dita» ha detto, «Ma alla fine ha avuto un effetto positivo: mi ha spinto a crere nuova musica, un nuovo modo di suonare. L’incidente ha inventato l’heavy metal».  

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