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Mötley Crüe, incredibile dichiarazione di Nikki Sixx: "quanto sarebbe tutto meraviglioso se l’alcol fosse illegale"
Il bassista della band californiana: "Non ho mai visto una persona ubriaca prendere una decisione giusta"
È una dichiarazione incredibile detta da una delle rockstar più esagerate e decadenti del rock californiano, ma Nikki Sixx, bassista e fondatore dei Mötley Crüe e protagonista degli eccessi degli anni 80 (raccontati nel biopic The Dirt nel 2019), ha detto che secondo lui l’alcol dovrebbe diventare illegale negli Stati Uniti. Il motivo è semplice: «Non ho mai visto una persona ubriaca prendere una decisione giusta o non combinare casini» ha detto Nikki Sixx, nato nel 1958 con il nome di Frank Carlton Serafino Feranna Jr a San Jose, California, «È molto triste: il governo deve fare i soldi con le tasse in qualche modo».
Quando a diciassette anni Frank lascia San Josè e si trasferisce a Los Angeles, il suo primo lavoro è proprio in un negozio che vende alcolici. Poi vende aspirapolveri porta a porta e quando forma la sua prima band nel 1978, i London, cambia nome in Niki Sixx. Tre anni dopo incontra Tommy Lee, che chiama un suo compagno di scuola di nome Vince Neil, contattano Mick Mars con un annuncio su un giornale e nascono i Mötley Crüe, che esordiscono il 10 novembre 1981 con l’album Too Fast to Love, pubblicato in sole 900 copie dalla loro etichetta indipendente, Leathur Records e poi registrato una seconda volta e lanciato sul mercato (arriva al numero 77 in classifica in America) dopo aver firmato il primo contratto con la Elektra Records.