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Foo Fighters, i migliori documentari musicali secondo Dave Grohl (e non mancano le sorprese). Scoprili tutti

Da The Song Remains The Same a Woodstock, i docu-film che raccontano al meglio la storia del rock

Foo Fighters, i migliori documentari musicali secondo Dave Grohl (e non mancano le sorprese). Scoprili tutti

20/02/2023

Dave Grohl ha sempre detto che la sua carriera nel mondo del rock si basa su una sola cosa: essere un grande fan della musica, in ogni sua espressione. Pochi altri musicisti rock sono stati capaci di diventare allo stesso tempo rockstar e divulgatori, di suonare, vivere e raccontare il rock come il leader dei Foo Fighters.

Nel corso della sua carriera, Dave Grohl ha scritto la propria biografia (The Storyteller: Tales of Life and Music), ha fatto una serie televisiva, Sonic Highways, visitando con i Foo Fighters le città del rock americane e registrando in ognuna un pezzo per l’album omonimo e ha girato e prodotto due documentari, Sound City e What Drives Us. Il primo, uscito nel 2013, racconta la storia di uno degli studi di registrazione più importanti della California (si trova a Van Nuys vicino a Los Angeles), in cui sono stati registrati album leggendari come After the Gold Rush di Neil Young e Terrapin Station dei Grateful Dead e in cui hanno lavorato anche i Nirvana durante le session di Nevermind.

What Drives Us è invece un omaggio alla vita on the road di ogni rock band, al furgone su cui passano le proprie settimane le band emergenti viaggiando da una città all’altra, tra nostalgia e sollievo per essersi lasciati quella vita alle spalle, in cui Dave Grohl ha intervistato personaggi come Ringo Starr, Flea, Guns’n’Roses, Brian Johnson, The Edge, Ben Harper, Steven Tyler, Dave Lombardo degli Slayer i No Doubt e St.Vincent. Parlando della sua seconda carriera da regista, Dave Grohl ha fatto anche l’elenco dei suoi cinque documentari musicali preferiti

Il Declino della Civiltà Occidentale (1981)

Un documentario sulla prima ondata di band punk e hardcore di Los Angeles, incentrata in particolare sulla storia breve e tragica dei Germs  di Darby Crash. Compare spesso Pat Smear, che poi è entrato a far parte dei Nirvana e dei Foo Fighters. “Quando Kurt mi ha detto che voleva chiamare Pat per il nostro tour ho detto: ma è ancora vivo?” ha detto Dave. La regista Penelope Spheeris ha avuto accesso ad un mondo di ribelli, disperati e provocatori, come nessun altro: “E’ il migliore documentario di sempre, nessuno ha catturato così bene l’essenza di quella scena”

Dig! (2004)

L’incredibile storia della scena alternativa di Portland che nel 1995 prende il posto di quella di Seattle e dell’amicizia che finisce in rivalità tra i Dandy Warhols e i Brian Jonestown Massacre, la band del musicista più radicale e underground del decennio, Anton Newcombe. “I Dandy Warhols avevano la stessa idea romantica che avevano i Nirvana: quando noi avremo successo, anche tutti i nostri amici avranno successo. Sfortunatamente c’era Anton, un pazzo schizofrenico che litigava con gli stessi membri della sua band sul palco. Dig! Lo ha reso un’icona. Io stesso mi sono innamorato di lui. Avrei fatto parte della sua band. Almeno per un giorno, poi sarei scappato.”

Hype (1996)

Seattle e il grunge hanno cambiato il suono degli anni 90 grazie a Nevermind, ma prima c’era la scena underground e le band punk, metal e hard rock raccontate nel documentario Hype di Doug Pray, che contiene anche interviste e immagini inediti dei Pearl Jam, Mudhoney, Soundgarden e Nirvana. “Ha descritto un’era” ha detto Dave Grohl, “Io non sono cresciuto a Seattle ma questo documentario mi ha fatto conoscere meglio la città e le persone. La scena in cui Jack Endino parla della morte di Kurt mi ha fatto piangere”

The Song Remains the Same (1976)

Dave Grohl si è tatuato il simbolo di John Bonham, e anche per questo adora The Song Remains the Same, il film surreale che racconta i concerti dei Led Zeppelin al Madison Square Garden di New York del 1973: “Il film della mia adolescenza. I miei amici avevano scoperto le droghe, io i Led Zeppelin. Jimmy Page che suona come se stesse per finire il mondo, i capelli di John Paul Jones, i pantaloni attillati di Robert Plant. Fantastico.”

Woodstock (1970)

Il film sul festival rock più importante di tutti i tempi, girato da Michale Waldeigh e montato da un giovane Martin Scorsese è il più classico dei documentari musicali: “L’ho visto quando avevo nove anni e sono rimasto senza parole quando ho visto Jimi Hendrix affogare letteralmente nel feedback della sua chitarra. Un ritratto crudo e spontaneo della musica dal vivo. Per me era meglio che vedere qualsiasi evento sportivo o film di fantascienza.”

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