Rock News
Johnny Cash, Rick Rubin svela il profondo rituale che svolgeva ogni mattina negli ultimi mesi di vita
Il produttore: "L'abbiamo condiviso anche al telefono quando non eravamo insieme, per tutti gli ultimi sei mesi"
Il 16 dicembre 1992, Rick Rubin va a vedere il concerto che celebra i 30 anni di carriera di Bob Dylan al Madison Square Garden di New York. Sul palco ci sono generazioni di musicisti, da Stevie Wonder a Willie Nelson, da Lou Reed, Eric Clapton e Neil Young a Eddie Vedder, Chrissie Hynde e Tracy Chapman. Ad un certo punto ede salire sul palco The Man in Black, l’icona del country Johnny Cash, che accompagnato da sua moglie June Carter Cash canta It Ain’t Me Babe di Dylan.
«Mi sono reso conto che era un artista ancora pieno di energia creativa che era stato ingiustamente messo da parte dall’industria discografica» ha detto Rick Rubin. Johnny Cash ha 60 anni (è nato il 26 febbraio 1932 in Arkansans), ha problemi di salute legati anche alle ricadute nelle dipendenze e il suo ultimo album è un disco di canzoni di natale, Country Christmas.
Nel 1993 Rick Rubin contatta Johnny Cash e gli chiede di entrare a far parte dell’etichetta che ha fondato nel 1988 dopo aver lasciato la Def Jam, la American Recordings che ha pubblicato dischi degli Slayer, Danzig, Jesus and Mary Chain e il fortunato album di debutto dei Black Crowes, Shake Your Money Maker che vince 5 dischi di platino nel 1990.
Johnny Cash è molto scettico, ma Rick Rubin lo convince a portare la propria voce e la profondità del suo atteggiamento e della sua espressività ad un nuovo pubblico. «Gli ho detto: vorrei che facessi solo quello che ritieni giusto per te». Cash decide di registrare per la prima volta senza l’accompagnamento di una band. «Abbiamo passato del tempo insieme a ad ascoltare musica e parlare, e abbiamo creato una amicizia. I ricordi più belli per me sono legati alle sue storie. Non parlava molto ma sembrava conoscere tutto. Era timido e tranquillo, ma era un uomo molto saggio» ha detto Rick Rubin. Il risultato sono album straordinari di cover che rilanciano la carriera di Johnny Cash facendolo conoscere ad una nuova generazione e diventano un’istituzione del suono rock americano, American Recordings del 1994, Unchiained del 1996, American III: Solitary Man e l’ultimo album di Cash, il numero 67 della sua carriera, American IV: The Man Comes Around uscito il 5 novembre 2002, dieci mesi prima della sua morte avvenuta il 12 settembre 2003. Per Rick Rubin una collaborazione intensa, che ha dato vita ad un’amicizia profonda.
Tra gli aneddoti dei tanti anni passati insieme, il produttore ha raccontato un rituale che faceva sempre con Johnny Cash: «Ogni giorno facevamo la comunione insieme, come in chiesa. Io gli ho detto: non ho mai fatto la comunione, e lui mi ha risposto: vorresti farla con me? Lo abbiamo fatto anche al telefono quando non eravamo insieme, per tutti gli ultimi sei mesi della sua vita. Sentivo la sua voce mentre pronunciava le parole del rito e mi sembrava di averlo vicino».