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R.E.M: la vera storia di It’s the End of the World As We Know It (And I Feel Fine)

Il brano immagina un futuro catastrofico a causa degli effetti della Guerra Fredda

R.E.M: la vera storia di It’s the End of the World As We Know It (And I Feel Fine)

13/11/2024

Il 16 novembre 1987 gli R.E.M. pubblicarono It’s the End of the World as We Know It (And I Feel Fine), il secondo estratto dal quinto album della band, Document, e fu subito un grande successo. 

Le origini di questa canzone sono da rintracciare agli inizi della carriera dei R.E.M., quando Michael Stipe e i suoi compagni si ritrovarono a una festa a New York organizzata dal leggendario critico musicale Lester Bangs. Gli unici cibi offerti agli ospiti durante questo party erano caramelle, oltre alla torta di compleanno. “Avevo letto un sacco di roba di Lester Bangs e pensavo fosse il migliore – ha raccontato in seguito il chitarrista Peter Buck lui se ne stava lì e ogni volta che qualcuno gli passava vicino, come un mantra, lui aveva qualcosa da dirgli”. Qualche tempo dopo Michael Stipe raccontò di aver sognato di andare a una festa come quella dove tutti gli invitati, tranne lui, avevano nomi le cui iniziali erano L e B. Tutto questo è stato inserito nella canzone insieme a diverse altre immagini che il cantante vide in tv.

It’s the End of the World as We Know It (And I Feel Fine) parla di terremoti, incidenti aerei, catastrofi naturali: è un lungo flusso di coscienza in cui l’autore immagina un futuro catastrofico, a causa degli effetti della Guerra Fredda, delle guerre di religione e del danneggiamento dell’ambiente dovuto all’inquinamento. Nel coro il bassista Mike Mills canta: “Time I had some time alone”, ossia “è tempo che io me ne stia da solo”, come a esprimere un desiderio di solitudine di fronte a questo scenario.

Per certi aspetti questa canzone fu quasi profetica, vista la situazione in cui ci troviamo oggi. Quando il brano uscì raggiunse la posizione numero 69 nella classifica Billboard Hot 100, un buon risultato ma ben lontano da quello riscosso dal primo singolo estratto da Document, ossia The One I Love, pezzo che raggiunse la top ten. Nella Mainstream Rock Chart la canzone arrivò alla sedicesima posizione. Il Coronavirus, un’emergenza globale che sta tutt'ora sconvolgendo la vita di tutti, ha riportato nel 2020 il brano dal tema apocalittico in cima alle classifiche, raggiungendo la posizione numero 64 nella Top Songs di iTunes negli Stati Uniti, 33 anni dopo la pubblicazione.

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