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Quella volta che Jimi Hendrix diede a Lemmy 100.000 cartoni di LSD: "Li dividemmo tra band... e poi li finimmo"

Redazione Virgin Radio

Il leggendario leader dei Motörhead: "Nel frattempo era diventato illegale. Dovevamo liberarci delle prove"

Uno dei momenti più leggendari nella vita fuori dal comune di Ian Fraser Kilmister detto Lemmy, voce, basso e icona dei Motorhead, sono i suoi esordi nel mondo della musica. Lemmy è nato a Stoke-on-Trent la notte di Natale del 1945 da un padre cappellano dell’aviazione inglese, è cresciuto con la madre, il secondo marito e due fratellastri (che non sopportava) in un villaggio nel Galles («Essere l’unico inglese in mezzo a 700 gallesi non era divertente» ha raccontato) in cui viene soprannominato Lemmy (da “lend me” ovvero prestami) per la sua abitudine di chiedere in prestito monete per giocare alla slot machine. A sedici anni, Lemmy va ad un concerto dei Beatles al Cavern Club di Liverpool e il giorno dopo inizia a suonare la chitarra seguendo le canzoni del loro primo album Please Please Me. L’atteggiamento rock’n’roll, le origini working class e l’ironia dei Beatles diventano il suo punto di riferimento: «Erano di Liverpool una città dura piena di marinai e portuali pronti a riempirti di botte per uno sguardo di troppo. Per questo sul palco erano il massimo».

A metà anni sessanta, Lemmy si trasferisce a Stockport, alla periferia di Manchester e suona in tutti i club di lavoratori del nord dell’Inghilterra per tre anni con le sue prime band, The Rainmakers e i Motowns Sect prima di entrare a far parte dei Rockin Vickers di Birmingham, nel 1965 che firmano un contratto discografico con la Decca, pubblicano tre singoli (Stella e le cover di Zing! Went the Srings of My Heart, It’s Alright di Pete Townshend e Dandy dei Kinks) e vanno in tour in Europa (sono molto famosi in Finlandia), diventando anche la prima band inglese in assoluto a suonare in Yugoslavia. Quando i Rockin Vicar si sciolgono nel 1968, Lemmy si trasferisce a Londra e senza saperlo entra nella storia del rock. In cerca di un posto dove stare, divide un appartamento con Noel Redding e un giovane tour manager di nome Neville Chesters.

Noel è stato scelto per suonare nella band di Jimi Hendrix, The Experience, e Neville è il road manager dei loro primi tour in Inghilterra. Lemmy, che al tempo suona la chitarra e non è ancora passato al basso, diventa così il roadie del più grande chitarrista di tutti i tempi.

«Eravamo solo in due. Sembra incredibile, ma eravamo solo in due a portare in giro tutte le chitarre di Jimi» ha raccontato Lemmy. È il 1968, il  mondo si riempie dei colori della psichedelia e Jimi Hendrix è uno sciamano che suona una musica che sembra provenire dallo spazio.

In una famosa intervista televisiva con Channel 4 nel 2000, Lemmy ha ricordato l’esperienza così: «Ero il roadie di Jimi Hendrix, cosa vi aspettate? Una volta ha portato dall’America centomila cartoni di LSD. Non era ancora illegale, le ha semplicemente messe in valigia ed è salito sull’aereo». L’intervistatore ha chiesto: «E cosa ne avete fatto?» «Le abbiamo divise tra la band e la crew e le abbiamo finite» ha risposto Lemmy «Nel frattempo l’LSD è diventato illegale e dovevamo liberarci delle prove. Non sto promuovendo l’uso di droghe, sto solo raccontando la mia esperienza». Nel 1971 Lemmy segue la scia psichedelica e diventa il bassista della band space-rock Hawkwind, e quando viene licenziato dopo essere stato arrestato durante un tour al confine con il Canada (la polizia scambia le sue anfetamine per cocaina e dopo una notte in cella viene rilasciato senza accuse), decide di formare la sua band con “Fast” Eddie Clasrk e Phil “Philty Animal” Taylor a cui dà come nome il titolo dell’ultima canzone che ha scritto per gli Hawkwind, Motorhead.

 

 

 

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