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Greta Van Fleet, Josh Kiszka si scusa dopo le accuse di "appropriazione culturale": aveva indossato vestiti dei nativi americani

Il frontman della band, da sempre affascinato dalla cultura indigena, si è scusato per aver utilizzato impropriamente i simboli delle tribù

Greta Van Fleet, Josh Kiszka si scusa dopo le accuse di "appropriazione culturale": aveva indossato vestiti dei nativi americani

22/04/2022

Il termine “appropriazione culturale” sta diventando sempre più importante nella società americana, e in particolare nel mondo dell’arte e della cultura pop in cui grazie ai social i generi, le influenze ei riferimenti si mischiano sempre di più. Si tratta di un concetto accademico nato in ambito sociologico secondo cui l’uso in maniera inappropriata o inconsapevole di elementi di una cultura minoritaria da parte di una dominante sono da considerare irrispettosi e oppressivi, fino a diventare una forma di caricatura a sfondo razzista o un plagio.

Josh Kiszka, il cantante dei Greta Van Fleet, è uno dei primi musicisti rock di questa generazione a venire accusato di appropriazione culturale nei confronti delle comunità dei Nativi americani.

Tutto è iniziato con una serie di fotografie postate da Josh Kiszka a partire dal 2017, in cui indossa sul palco e nei servizi fotografici promozionali della band dei vestiti che secondo le critiche sono «Copie evidenti di abiti che presso le culture indigene hanno un valore sacro».

La civiltà dell’immagine e l’eccessiva tendenza alla condivisione sui social possono portare ad degli errori di valutazione grossolani come questo. Josh Kiszka è nato in una comunità suburbana del Michigan di origine europea, ma ha dichiarato di essere sempre stato affascinato dalle tradizioni della tribù Chippewa che ha visitato da bambino nella sua zona di origine tra il Michigan e il Canada, ma secondo molti utenti di Instagram che hanno lanciato la campagna social #SpeakUpGVF fare una gita turistica non equivale a conoscere e rispettare una cultura che è stata oppressa e in larga parte sterminata durante la nascita degli Stati Uniti ed è ancora oggi emarginata. Josh Kiszka ha risposto scusandosi con un post su Instagram:

«Mi sono preso del tempo per riflettere. Apprezzo enormemente la cultura indigena. Riconosco i danni che l’ignoranza può produrre sulle comunità emarginate ed è una cosa che mai vorrei contribuire a portare avanti. Nella mia comunità odio, mancanza di rispetto e pregiudizi d’ogni tipo non sono i benvenuti. Crescendo e diventando adulto ho imparato. Il mio processo di crescita non si è fermato, e non si fermerà».

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Josh M. Kiszka (@josh_gvf)

Mentre i Greta Van Fleet si preparano a riprendere il tour dell’album The Battle at the Garden’s Gate (dopo lo stop dovuto alla polmonite che ha colpito il chitarrista Jake Kiszka) con una data il 27 aprile a Santiago del Cile come supporto dei Metallica, JOsh Kiszka ha annunciatio di aver fatto una donazione all’organizzazione no-profit First Nation Development Institute che si occupa di sostenere economicamente i membri delle varie tribù di Nativi Americani negli Stati Uniti.   

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