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Placebo, Brian Molko: "David Bowie mi ha insegnato ad essere una persona migliore"

Il frontman: "poteva essere il cameriere del ristorante o Johnny Cash, lui trattava tutti con rispetto allo stesso modo"

Placebo, Brian Molko: "David Bowie mi ha insegnato ad essere una persona migliore"

17/03/2022

I Placebo il prossimo 25 marzo pubblicheranno Never Let Me Go, il loro primo album da almeno dieci anni, che arriva dopo il lungo tour in cui hanno celebrato la loro carriera iniziata a Londra nel 1994, eseguendo soprattutto i brani del loro greatest hits A Place for Us to Dream:  “Dopo aver suonato i tuoi pezzi più famosi per due anni e mezzo, non è impossibile pensare di fare un disco sperimentale come Metal Machine Music di Lou Reed o Yeezus di Kanye West” ha detto Brian Molko parlando della nuova direzione musicale della band, “Un album più estremo, brutale, che esplori le zone più oscure del nostro paesaggio emotivo. Never Let Me Go è la chiusura del cerchio”.

Brian Molko ha anche parlato della sua esigenza di mantenere sempre quello che definisce “il contatto emotivo con il pubblico”, la base su cui ha costruito tutta la carriera dei Placebo:  “Non parliamo molto, cerchiamo di non saturare le persone con cose senza senso. Ma quando parliamo, il pubblico ci ascolta”.

L’ispirazione arriva dall’artista che per primo li ha scoperti e lanciati, David Bowie: nel 1996, dopo l’uscita del singolo Nancy Boy, Bowie chiama i Placebo per aprire i concerti del suo tour europeo, e nel gennaio1997 li sceglie come ospiti del concerto con cui festeggia i 50 anni al Madison Square Garden di New York insieme a Smashing Pumpkins, Robert Smith dei Cure e Lou Reed. Nel 1998 i Placebo firmano con una major e registrano con Bowie Without You I’m Nothing, il brano che dà il titolo al loro secondo album. E’ l’album di Pure Morning, il singolo che li porta in classifica in America e segna il ritorno dell’estetica e del suono glam nel rock degli anni ‘90.

David Bowie mi ha insegnato ad essere una persona migliore” ha detto Brian Molko, “Trattava tutte le persone che incontrava con la stessa gentilezza e umanità, senza preoccuparsi di chi fosse o cosa facesse. Poteva essere il cameriere del ristorante o Johnny Cash. Al tempo ero troppo arrogante o troppo ubriaco per rendermene davvero conto, ma dopo la sua scomparsa ho capito l’impatto che ha avuto su di me: David Bowie rispettava tutti e trattava tutti allo stesso modo. Questa è l’eredità che mi ha lasciato”.

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