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Mark Lanegan: l'incredibile storia della sua vita, l'amicizia con Kurt Cobain e il loro disco perduto del 1989

Redazione Virgin Radio

Dal successo con gli Screaming Trees all'oblio di Los Angeles fino alla rinascita con i Queens Of The Stone Age

La prima volta che Mark Lanegan ha visto i Nirvana voleva portargli via il bassista, Krist Novoselic. Prima del successo, del grunge e dell’esplosione di Seattle, i Nirvana suonano alla Public Library di Ellensburg, la cittadina industriale sperduta  nel nulla tra i boschi di Washington State sulla costa Nordovest degli Stati Uniti. Mark Lanegan è il cantante degli Screaming Trees in perenne conflitto con i membri della sua band, i fratelli Lee e Van Conner con cui ha formato la band nel 1984, provando le canzoni del primo album Clairvoyance nel retro dell’attività della famiglia Conner, un negozio che affitta DVD.

Per i gruppi rock underground della zona, Mark Lanegan è un’istituzione e gli Screaming Trees con la loro combinazione di psichedelia e hard rock resa unica dalla sua voce blues oscura sono considerati dei capostipiti del suono e dell’atteggiamento radicale che ancora non viene chiamato grunge insieme a Mudhoney, Skin Yard, Melvins, Green River, Soundgarden.

Mark Lanegan vede Krist Novoselic muovere il basso furiosamente e rimane colpito dalla sua fisicità imponente, dalla sua energia. «Ammiravo il suo contegno apertamente irritato» ha scritto Mark Lanegan «Perché anch’io mi sentivo così ogni volta che ero sul palco, come se stessi andando a combattere».

In una band dal forte impatto fisico come gli Screaming Trees in cui sul palco ci sono due giganti, lui immobile davanti al microfono e Lee Conner che si agita con i suoi cento chili di stazza distruggendo tutto, Krist ci starebbe benissimo, e poi Van Conner se ne è andato perché la band ha imposto la regola di non portare le fidanzate in furgone ai concerti e lui si è appena sposato. Il concerto dura solo tre pezzi, ma Mark Lanegan ci mette un minuto a capire che quella band è speciale:

«I Nirvana erano pronti fin dalla prima volta che li ho visti: canzoni meravigliose, cantante meraviglioso, look meraviglioso, tutto era meraviglioso. Non riuscivo a cancellare l’idea che avevo appena assistito a qualcosa di grandioso». Quella sera Mark Lanegan non trova il suo nuovo bassista, ma incontra Kurt Cobain che diventerà uno dei pochi veri amici di una vita vissuta in lotta con tutto, soprattutto con sé stesso: «Kurt mi considerava una sorta di fratello maggiore. Sapevo che aveva qualcosa di speciale. Dopo un po’, anche il resto del mondo l’ha capito».

Poche settimane dopo, Mark Lanegan riceve una telefonata da Krist Novoselic, che gli dice di voler lasciare i Nirvana. Lui gli dice: «Fossi in te cercherei di superare i problemi con Kurt e resterei lì. Avete creato qualcosa di speciale». Nel gennaio 1991 gli Screaming Trees firmano con una major e pubblicano il loro quinto album Uncle Anesthesia, prodotto da Chris Cornell con cui entrano in classifica per la prima volta  al n.23 con il singolo Bed of Roses. Poi arriva una nuova generazione di band che apre la strada alla musica di Seattle: il 27 agosto esce Ten dei Pearl Jam, il 24 settembre Nevermind dei Nirvana cambia il rock del decennio e trascina al successo l’album successivo degli Screaming Trees, Sweet Oblivion del 1992 (il singolo Nearly Lost You viene inserito nella colonna sonora del film Singles di Cameron Crowe, ambientato a Seattle) e Kurt Cobain sceglie la band di Mark Lanegan come spalla dei Nirvana al festival di Reading in Inghilterra e Roskilde in Danimarca. «Avrei potuto essere una guida migliore per questo ragazzo che adoravo» ha scritto Mark Lanegan nella sua biografia Sing Backwards and Weep a proposito di Kurt Cobain. Si dice che il giorno in cui ha deciso di mettere fine alla sua vita, il 5 aprile 1994, Kurt gli abbia telefonato, ma il telefono ha squillato a vuoto.

«Proverò sempre rimorso» ha detto Lanegan «Ero uno stronzo egoista che non rispondeva agli amici, un tossico ostinato che avrebbe preferito diventare un senzatetto che accettare l’aiuto di qualcuno». Eppure, quando si è ritrovato a vivere davvero in strada a Seattle, senza più una band dopo lo scioglimento degli Screaming Trees, Courtney Love lo aiuta ad entrare in riabilitazione e gli scrive in un biglietto: «Kurt ti voleva bene e avrebbe voluto vederti vivo».

Mark Lanegan lascia Seattle e ricomincia in California dove lavora come muratore, vive in un centro di accoglienza a Pasadena e poi nella casa di Los Angeles che gli presta un altro amico, Duff McKagan e rinasce entrando nei Queens of the Stone Age di Josh Homme, che nel 2002 arrivano al successo con l’album Songs for the Deaf.

Quella tra Mark Lanegan e Kurt Cobain è stata un’amicizia potente e vera nata dalla reciproca ammirazione. Nel 1989, poco dopo il loro primo incontro, Kurt e Mark sono entrati in studio ai Reciprocal Studios di Jack Endino a Seattle per realizzare una collaborazione che rimane nella storia della musica di Seattle, soprattutto per gli sviluppi che avrebbe potuto avere. Una band chiamata The Jury, con il batterista degli Screaming Trees Mark Pickerel e Krist Novoselic al basso. Mark e Kurt chiamano anche l’etichetta Sub Pop di Seattle (che ha pubblicato Bleach dei Nirvana) dicendo che vogliono fare un album insieme, provano a scrivere canzoni ma poi mollano tutto e decidono di fare cover delle canzoni di un bluesman che tutti e due ammirano profondamente, Leadbelly, autore di Where Did You Sleep Last Night che Kurt Cobain renderà famosissima scegliendola come ultimo brano dell’Unplugged dei Nirvana (e Mark Lanegan registra per il suo primi album solista The Winding Sheet del 1990). Dopo due sole session in studio, il progetto The Jury di Kurt Cobain e Mark Lanegan finisce, ma rimane la testimonianza della grande amicizia tra un ragazzo dal talento purissimo e dalla sensibilità troppo fragile e il suo opposto, un inquietante gigante dell’oscurità. Mark Lanegan era convinto del suo lato pericoloso e attratto dal sentimento blues fino al limite dell’autodistruzione, ma aveva attraversato tutto ed era uscito dall’altra parte con una nuova serenità, una moglie e una casa in Irlanda e alla fine aveva fatto pace  con sé stesso e i suoi fantasmi, pubblicando album (l’ultimo è Straight Songs of Sorrow del 2020) e collaborando con artisti di ogni tipo, da Moby a John Cale ai Manic Street Preachers, da Greg Dulli ai Soulsavers restando fedele al suo talento e alla sua voce fino all’ultimo giorno dei suoi 57 anni di vita.

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