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Bruce Springsteen, come i film hanno ispirato la sua musica: "sono cresciuto passando le giornate al cinema"

Redazione Virgin Radio

Dai classici degli anni 50 fino a Il Padrino e agli esordi di Martin Scorsese e Robert De Niro

Bruce Springsteen ha scritto nella prima celebre strofa di No Surrender dall’album Born in the Usa: «Abbiamo imparato più dai tre minuti di una canzone rock che in tutti gli anni passati a scuola» e ha spiegato di aver avuto la sua vera educazione passando le giornate al cinema.

Tutto l’immaginario delle sue canzoni è cinematografico, dalle canzoni come Jungleland o Backstreets (in cui uomo dal cuore spezzato dice ragazza che lo ha abbandonato: “Terry, ti ricordi tutti i film che siamo andati a vedere / Cercando di imparare a camminare come quegli eroi che pensavamo di dover diventare?”) ai titoli di album come Darkness on the Edge of Town e dai film arriva l’ispirazione per alcuni dei suoi brani più intensi e personali come Thunder Road, che ha lo stesso titolo di un film noir del 1958 con Robert Mitchum che racconta la storia di un contrabbandiere. Bruce ha detto di non averlo mai visto, ma di essere rimasto colpito dalla locandina all’ingresso del cinema.

Con il suo stile narrativo e la forza espressiva delle sue canzoni ha ispirato a sua volta il cinema americano, da “Taxi Driver” (si dice che Robert De Niro abbia preso la sua battuta più celebre “Are you talkin to me?” da Bruce dopo averlo visto in concerto a New York) fino alle storie di realismo metropolitano e di persone che vivono ai margini del Sogno Americano raccontate nel cinema degli ultimi anni, da “The Wrestler” di Darren Aronofsky con Mickey Rourke (per il quale Bruce ha scritto il tema principale) a “Manchester By the Sea” del 2016  da “Tre Manifesti a Ebbing, Missouri” fino a “Nomadland” di Chloé Zhao, vincitore di un Oscar nel 2021. «La musica è una forma espressiva molto compatta» ha detto Bruce Springsteen per spiegare le differenze tra canzoni e film, «La musica piega lo scorrere del tempo e ti permette di comprimere le cose per avere un enorme quantità di esperienze in poche strofe, anche la vita intera di una persona. In altre parole: puoi far vedere tutto il film in quattro minuti». Una dei momenti di ispirazione più diretta è The Ghost of Tom Joad, l’album folk di Springsteen ispirato alle pagine di Furore di John Steinbeck, uno dei romanzi più importanti della letteratura americana che Bruce ha scoperto attraverso la trasposizione cinematografica fatta da John Ford nel 1940. Bruce ha detto inoltre di essere stato influenzato dai film western e noir e da Il Padrino di Francis Ford Coppola, ma ha citato un film in particolare come la sua rivelazione sul grande schermo: Mean Streets, l’esordio alla regia di Martin Scorsese e di Robert De Niro come attore nel 1973, nello stesso anno in cui Bruce pubblicava il primo album Greetings from Asbury Park, N.J: «Fa parte di una serie di film che sono usciti mentre anche io stavo creando il mio lavoro, ne ho colto subito l’autenticità e la verità e ho voluto seguire quella strada con la mia musica» ha detto, «Mi ha intrigato molto l’intensità dark di Mean Streets». 

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