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Red Hot Chili Peppers, ecco perché John Frusciante ha rischiato di non poter tornare nel gruppo

Redazione Virgin Radio

Anthony Kiedis: "Il suo ritorno è l’evento più monumentale della nostra vita, non solo della nostra carriera"

Anthony Kiedis ha dichiarato che il ritorno di John Frusciante nei Red Hot Chili Peppers, che aveva lasciato nel 2009 tre anni dopo le registrazioni e il tour dell’album Stadium Arcadium: «È l’evento più monumentale della nostra vita, non solo della nostra carriera».

Eppure secondo quanto ha raccontato John Frusciante, è un evento che poteva anche non accadere: «Mi sono ritrovato a guardare la mia chitarra e a chiedermi: sarò ancora capace di scrivere canzoni rock?» ha detto Frusciante, che è stato coinvolto da Flea (con cui andava sempre a vedere le partite di baseball) proprio mentre i Red Hot stavano iniziando le registrazioni di Unlimited Love, in uscita il 1 aprile e lanciato dal singolo Black Summer.

John Frusciante è entrato a far parte della band-famiglia quando aveva solo 19 anni (sostituendo Hillel Slovak scomparso tragicamente) e con il suo talento e il suo Frusciante Touch cristallino ha guidato i Red Hot Chili Peppers al successo mondiale con gli album Blood Sugar Sex Magik prima di venire travolto dalle sue dipendenze e dalle conseguenze del successo e abbandonare tutto durante un tour nel 1992, vivendo in reclusione fino al primo ritorno glorioso con Californication del 1999 che ha venduto 15 milioni di copie ed è diventato il più grande successo della band, seguito da By The Way del 2002 e Stadium Arcadium. Quando ha lasciato di nuovo i Red Hot Chili Peppers, John Frusciante si è dedicato alla sua carriera solista, registrando album sperimentali di musica lo-fi, elettronica e strumentale (l’ultimo è Maya del 2020) e collaborando con i Mars Volta (ha suonato negli album The Bedlam in Goliath e Octahedron nel 2008 e 2009) e nei progetti solisti del chitarrista Omar Rodriguez Lòpez.

«John ha creato un suo percorso, che ad un certo punto è tornato ad intrecciarsi con il nostro» ha detto Anthony Kiedis, «Finché io e Flea abbiamo avuto una rivelazione e senza dircelo nello stesso momento abbiamo pensato che sarebbe stato bello averlo ancora con noi». Non è stato facile per la band separarsi da Josh Klinghoffer che è stato con loro per dieci anni (pubblicando due album I’m With You del 2011 e The Getaway del 2016 ed entrando con la band nella Rock and Roll Hall fo Fame a soli 32 anni nel 2012), ma l’alchimia con John Frusciante e il suo Touch è secondo Anthony Kiedis unica e insostituibile:

«Parliamo la stessa lingua. E’ stato esaltante ritrovarsi in studio, suonare liberamente e lasciar accadere le cose. A volte siamo un po’ competitivi tra noi e possiamo essere in disaccordo, ma in generale ci stimoliamo in modo molto positivo: il lavoro in studio è stato salutare, produttivo e creativo».  

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