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Rock News

Pearl Jam, Eddie Vedder: "non potevo immaginare un mondo senza Kurt Cobain"

Redazione Virgin Radio

Il frontman della band di Seattle: "avevamo parlato poche volte e ci eravamo scambiati qualche messaggio, ma ero terrorizzato quando seppi del suo ricovero in Italia"

Poco prima della sua tragica fine il 4 aprile 1994, Kurt Cobain ha rischiato di morire diverse volte a causa di overdose di eroina, che ha iniziato ad assumere per provare ad alleviare i dolori allo stomaco di cui soffre da sempre. È una della pagine più dolorose e drammatiche nella storia senza lieto fine di una delle figure più tragiche del rock. «Nessuno è capace di convincermi a smettere» ha detto Kurt al biografo dei Nirvana Michael Azerrad, «Nessuno ne sa niente davvero».

La prima volta avviene dopo l’esibizione dei Nirvana al Saturday Night Live del 1992, uno dei momenti in cui la loro musica entra nella cultura di massa grazie ad uno degli show più seguiti della televisione americana. La seconda è nel luglio 1993 poco prima di un concerto al New Music Seminar di New York.

Courtney Love gli fa un’iniezione di Narcan (un farmaco usato per la disintossicazione) e Kurt sale sul palco e fa il suo concerto fino alla fine, senza che il pubblico si accorga di nulla. L’ultima è nel 1994: dopo aver interrotto il tour di In Utero a Monaco in Germania, vola a Roma per curare una grave forma di laringite ma viene ritrovato da Courtney in stato di incoscienza la mattina del 4 marzo dopo aver ingerito diverse pillole di Roipnol e champagne. Rimane in coma per venti ore, e dopo cinque giorni di ricovero in ospedale torna a Seattle.

Eddie Vedder, molto legato a Kurt Cobain dopo un difficile rapporto iniziale tra i Nirvana e i Pearl Jam nel momento in cui la musica di Seattle arrivava al successo, ha ricordato il momento esatto in cui ha saputo la notizia: «Sono andato a comprare le sigarette in una stazione di servizio, ho dato un’occhiata al giornale e ho letto la notizia del suo ricovero in ospedale in Italia. Sono tornato a casa e ho avuto una crisi di nervi. Dicevo solo: no, no, no» ha raccontato in un podcast, «Non ci conoscevamo bene, avevamo parlato poche volte e ci eravamo scambiati qualche messaggio, ma ero terrorizzato. Non potevo immaginare un mondo senza di lui». Un mese dopo, dopo essere scappato dall’Exodus Recovery Center di Los Angeles, Kurt si toglie la vita nella sua casa di Seattle. «Ogni volta che parlo di quello che è successo penso a Dave Grohl e Krist Novoselic, e sono riconoscente del rapporto che ho avuto con i Nirvana nel corso degli anni».

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