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Robert Plant: "Quando non ci sarò più i miei figli dovranno pubblicare tutto il mio archivio gratis per i fan"
Il leggendario frontman dei Led Zeppelin conferma la sua grandezza di rockstar dimostrando l'amore per la musica e per il suo pubblico
Durante una puntata del podcast Digging Deep che conduce insieme al conduttore di BBC Radio 6 Matt Everitt, Robert Plant ha raccontato cosa ha fatto durante i mesi di lockdown. «Ho archiviato e sistemato con una parvenza di ordine tutte le avventure che ho avuto nella musica, gli album e i progetti non finiti». Plant ha raccolto tutto quello che ha fatto nella sua carriera solista e anche prima dei Led Zeppelin, risalendo fino al 1966 con la sua prima band, i Band of Joy in cui suonava con John Bonham. «E’ stato un lungo viaggio» ha detto Robert Plant. Il motivo di questo lavoro è clamoroso: «Ho detto ai miei figli che quando non ci sarò più devono rendere disponibile tutto il mio archivio gratis al pubblico. Voglio mostrare quante cose strane sono successe dal 1966 ad oggi».
Robert Plant ha sempre guardato avanti, senza soffermarsi troppo sul suo passato leggendario con i Led Zeppelin, nei quali è entrato nel 1968 dopo essere stato segnalato a Jimmy Page da Terry Reid (che era la sua prima scelta) mentre cantava in un college di Birmingham in una band chiamata Hobbstweedle. Si dice che alla prima audizione con Jimmy Page, Robert Plant abbia cantato Somebody to Love dei Jefferson Airplane, convincendo subito il chitarrista: «Appena l’ho sentito cantare ho pensato: deve avere dei problemi personali o essere un tipo molto difficile perché non è possibile che con questa voce non sia già famosissimo» ha raccontato Jimmy Page, «Così ci siamo messi a parlare, ma non aveva niente che non andava. Siamo andati subito d’accordo».
Robert Plant ha raccontato a Digging Deep che tra le cose che ha recuperato del suo passato c’è anche una lettera che sua madre Annie gli ha scritto per convincerlo a lasciare la musica e trovarsi un lavoro: «Quel posto da contabile a Stourport-on-Severn è ancora disponibile, perché non torni a casa e facciamo finta che non sia successo niente?» scriveva la madre. Plant ha studiato da contabile per due settimane, prima di andarsene di casa a 16 anni: «Ho iniziato la mia vera educazione con la musica, passando da un gruppo all’altro e approfondendo la mia conoscenza del blues» ha raccontato. Oggi, a 72 anni, Robert Plant è contento di aver messo ordine nei ricordi e nelle registrazioni che raccontano il suo viaggio nella musica e la sua carriera, che continua ancora oggi con i suoi progetti solisti, dalla collaborazione con Alison Krauss ai dischi con i Band of Joy e i Sensational Space Shifters, l’ultimo dei quali è Carry Fire del 2017. E in un’era in cui i cataloghi dei grandi nomi del rock vengono venduti per milioni di dollari, la scelta di Robert Plant di regalare un giorno la propria musica ai fan è una dimostrazione della sua grandezza.