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Il suono di un registratore di cassa e di monete che cadono in loop per rappresentare l’ossessione dell’uomo per i soldi.
E’ l’intuizione geniale avuta da Roger Waters insieme al tecnico del suono Alan Parsons negli studi di Abbey Road per creare l’intro di Money, il pezzo con cui inizia il lato B dell’album The Dark Side of the Moon del 1973. Il viaggio immaginato dalla band nei lati oscuri della mente umana non può essere completo senza l’ossessione per il denaro e la ricchezza e i Pink Floyd lo rappresentano con un brano blues rock con un tempo assurdo in 7/4, un esercizio di virtuosismo di Roger Waters, Richard Wright e Nick Mason, con un assolo fulminante di David Gilmour.
Esce come singolo il 7 maggio 1973 e diventa la prima hit dei Pink Floyd in America, arrivando al n.13 in classifica nella classifica Billboard Hot 100 (l’unica altra hit della loro carriera è Another Brick in the Wall (Part.II) che arriva al n.1). Money è una canzone che apre i confini del rock, seguendo l’intenzione artistica di tutto l’album The Dark Side the Moon e usando tutte le possibilità offerte dallo studio di registrazione, raccogliendo quindi l’eredità che i Beatles hanno lasciato proprio ad Abbey Road.
David Gilmour ha raccontato in un’intervista a Rolling Stone che l’ispirazione per un brano così innovativo come Money è arrivata però dalla tradizione musicale americana: «Sono sempre stato un fan di Booker T & the M.G.’s, fin da ragazzino». I Booker T. & the M.G.’s sono la band che ha creato il cosiddetto Memphis Soul suonando in centinaia di album della etichetta Stax Records con Otis Redding, Wilson Pickett, Bill Withers, Sam & Dave e molti altri. Il loro brano strumentale Green Onions, pubblicato nel settembre 1962 è considerato uno dei più influenti nella storia della musica: un classico twelve-bar blues con una traccia di organo Hammond suonata dal leggendario Booker T. Jones (gli altri membri della band sono Steve Cropper alla chitarra, Al Jackson Jr. alla batteria e Lewis Steinberg al basso) che è stato preso come punto di riferimento da tutte le rock band degli anni ’60 sia in America che in Inghilterra. «Ho pensato che fosse un suono che potevamo incorporare in Money dei Pink Floyd senza che nessuno riuscisse a capire esattamente quale fosse l’influenza» ha spiegato David Gilmour, «Quattro studenti di architettura inglesi con un groove che arriva da Memphis mi sembrava una cosa abbastanza bizzarra. E credo che alla fine abbia funzionato».
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