Rock News
04/02/2021
"Chi è il personaggio più solitario di tutto il music business?". In una lunga intervista per la serie Mavericks With Ari Melber in onda su MSNBC, Jon Bon Jovi ha raccontato che la sua straordinaria carriera da 120 milioni di dischi è iniziata 37 anni fa con questa domanda. "La mia risposta è stata: il Dj radiofonico".
È il 1983, Jon Bon Jovi viene da Perth Amboy, New Jersey, suona da quando ha 13 anni e dal 1980 dà una mano a suo cugino Tony Bongiovi negli studi Power Station di New York (si dice che portasse il caffè alle band e che facesse le pulizie) dove è riuscito a fare la sua prima registrazione professionale cantando un pezzo in un bizzarro album di Natale ispirato alla saga di Star Wars, Christmas in the Stars: The Stars Christmas Album.
Un giorno si presenta a Lake Success, una cittadina fuori New York nella sede della radio locale WKTU: "Era così piccola che non c’era neanche una reception" ha raccontato Bon Jovi, "Così sono entrato, ho aspettato che il Dj finisse la diretta e gli ho detto: ho scritto una canzone, si intitola Runaway". Il Dj si chiama John Lassman e quel pezzo che Bon Jovi ha registrato con un gruppo di musicisti del New Jersey (tra cui Roy Bittan pianista della E Street Band di Bruce Springsteen) finisce in una compilation di band emergenti e in rotazione in radio.
"Sono riuscito a fare ascoltare Runaway a tutta New York" ha detto Bon Jovi, "Non avevo una band, un contratto discografico o un manager, niente di niente. Ero solo un ragazzo di 20 anni che bussa ad una porta".
Nell’intervista Jon Bon Jovi ha parlato di tutto, dalla scrittura delle hit al modo in cui riesce a gestire la band con cui suona dal 1983, fino alle sue attività sociali durante la pandemia e in favore del movimento Black Lives Matter e alla svolta impegnata dell’ultimo album dei Bon Jovi, 2020.
Ma soprattutto ha dato consigli importanti a tutti i ragazzi che vogliono farsi strada nel mondo del rock: "Cercate il vostro Dj, come ho fatto io 37 anni fa. Dovete essere unici e pensare in modo originale per differenziarvi da tutti gli altri talenti che ci sono là fuori. Si può fare. Non siate schiavi delle mode del momento, perché passeranno. Per questo non mi vedrete mai fare collaborazioni con artisti rap o pop. Siate autentici e fedeli a voi stessi, e il pubblico vi seguirà".
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