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Metallica, Lars Ulrich: “Il 2020 è stato durissimo a causa della pandemia, ma abbiamo aiutato James con la riabilitazione"

Redazione Virgin Radio

Il batterista parla della riabilitazione di Hetfield e del momento che sta vivendo la band

Questo è stato un anno difficile per i Metallica, non solo perché i loro progetti sono stati bloccati dalla pandemia, ma anche perché, prima dell’emergenza sanitaria, James Hetfield ha dovuto seguire un programma di riabilitazione per uscire dalla dipendenza dall’alcool. In una nuova intervista per So What!, Lars Ulrich ha parlato per la prima volta apertamente del periodo che la band sta vivendo e di come ha affrontato la decisione del cantante di andare in rehab.

Inizialmente i musicisti non hanno capito bene cosa stesse succedendo al loro compagno di sempre: “A settembre del 2019, due o tre giorni dopo aver completato il lavoro per S&M2, mi è stato detto che James aveva qualche problema – ha raccontato Lars – ma che aveva deciso di affrontarlo. Tuttavia, in quel momento nessuno sapeva bene di cosa si trattasse. Immaginate cosa significava questo per lui, per noi, per i nostri programmi e per tutte queste cose. A un certo punto ti siedi e ovviamente i tuoi primi pensieri sono ‘Sta bene? Cosa sta accadendo?’. Poi le date australiane sono state rinviate, poi è stato rinviato anche il concerto dell’Helping Hands e così via. E così abbiamo iniziato a capire davvero la situazione”.

Il batterista ha poi raccontato che in seguito lui e i suoi compagni hanno iniziato a scambiarsi dei messaggi per chiarire le cose e, sebbene ciascuno di loro sia andato avanti con la propria vita, si sono resi conto di essere più uniti che mai, “nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, negli alti e nei bassi”:Siamo persone diverse l’una dall’altra – ha detto in proposito – siamo indipendenti l’uno dall’altro, viviamo le nostre vite, e la band è ciò che ci tiene uniti. Così come in tante altre situazioni, nelle relazioni più forti ci sono dei percorsi paralleli, che sono uno quello del gruppo, e l’altro quello del singolo individuo. Così chiederci come stiamo l’un l’altro è un tipo di conversazione, chiederci come sta la band è un’altra”.

Se c’è qualcosa che ci è chiaro dopo 40 anni – ha proseguito Ulrich – è che siamo qui per restare uniti. Ci vogliamo bene, abbiamo fiducia l’uno nell’altro. Ci guardiamo le spalle a vicenda. Combatteremo l’uno per l’altro. Ed è così che affrontiamo le situazioni difficili”. I Metallica, insomma, sono legati da una profonda amicizia che va ben oltre il lavoro ed è per questo che si aiutano l’un l’altro da sempre.

All’inizio, tuttavia, non è stato semplice: “Non vi prendo in giro se ti dico che, ripensando a un anno fa, ci sono stati giorni in cui sono stato più positivo, altri in cui lo sono stato meno, e poi c’erano giorni in cui ti sedevi e ti chiedevi ‘Come finirà questa storia?’ – ha raccontato ancora – Io, Kirk e Rob probabilmente abbiamo parlato più spesso e in modo più intimo rispetto al solito, come non avevamo mai fatto prima. Questa roba non è mai facile, ma fa tutto parte del gioco e così c’è sempre qualcosa da imparare. Non so cosa abbiano detto gli altri nelle loro interviste, ma per me è difficile immaginare che non abbiamo provato tutti la stessa cosa – ha proseguito il batterista – ossia l’incertezza iniziale che ci ha portato a interrogarci con domande del tipo ‘Come sta James? Sta bene? Starà bene? Troverà i mezzi e tutto ciò di cui ha bisogno per riprendersi’. Allo stesso tempo – ha detto ancora – eri portato a pensare anche ‘Come mi sento io di fronte a tutto questo? Come si sente la band?’ e cose di questo genere”.

Fortunatamente, quel brutto periodo è passato: Hetfield ha completato il suo periodo di riabilitazione e ora è pronto per tornare in pista con i suoi compagni e i suoi amici di sempre. “Un anno dopo eccoci qui, di nuovo tutti insieme – ha detto ancora Lars – James è in un posto sicuro, la band è in un posto sicuro, anche se ovviamente il Covid ha giocato un ruolo importante in tutto questo. È stato un anno davvero difficile. Ma oggi sono qui, mi sento fiducioso ed entusiasta a proposito della situazione della nazione dei Metallica e mi sento anche molto ottimista a proposito del futuro”.

Se i musicisti sono riusciti ad affrontare tutte queste avversità è anche merito dell’esperienza e della saggezza acquisite con l’età. Lars ne è convinto: “Per far sì che la band funzioni, tutti i componenti devono funzionare, le famiglie devono funzionare e le vite personali devono essere in ordine – ha detto in proposito – così come il percorso dei Metallica deve essere in ordine. Ci sono tutte queste relazioni, queste persone e queste dinamiche sulle quali lavorare. E così, mentre andiamo avanti e la Terra continua a girare nell’universo, penso che riusciamo a vedere il percorso da fare con più chiarezza ogni istante di più, per quanto riguarda gli equilibri necessari per far sì che ogni cosa vada avanti, per far sì che la band continui a funzionare, per far sì che tutti i componenti siano felici e così via. Penso che ad affrontare certe situazioni siamo più bravi adesso rispetto a dieci anni fa – ha proseguito – dieci anni fa eravamo più bravi rispetto a dieci anni prima. Fa tutto parte del nostro percorso. Ovviamente, se fai parte di un gruppo vuol dire che sei in un ambiente di condivisione e ci sono dei pro e dei contro – ha precisato – ci sono quattro componenti e se uno di loro non sta bene per una qualsiasi ragione, e non voglio sembrare cinico su questo punto, allora dobbiamo affrontare la situazione al massimo delle nostre possibilità, con le risorse e con la consapevolezza che abbiamo a disposizione. Penso che ogni volta che qualcuno ha dei problemi, tutti noi impariamo da ciò che accade e così la volta successiva siamo in grado di affrontare la difficoltà che si presenta in un modo migliore”.

Nonostante tutti i problemi riscontrati in questo tragico 2020, i Metallica sono rimasti attivi anche durante il lockdown: in quel periodo si sono mantenuti in contatto e hanno lavorato ai nuovi brani a distanza. La speranza è che possano presto entrare in studio di registrazione per mettere a frutto il lavoro di questi mesi e realizzare così il tanto atteso nuovo album.

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