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Mötley Crüe, quella volta in cui fecero a gara di bevute con i Guns N’ Roses… (e non finì bene per Slash!)

Nikki Sixx scattò delle foto compromettenti mentre il chitarrista dormiva ubriaco

Mötley Crüe, quella volta in cui fecero a gara di bevute con i Guns N’ Roses… (e non finì bene per Slash!)

06/11/2020

Tommy Lee sta promuovendo il suo nuovo album solista intitolato Andro e ne ha parlato durante un’intervista per Steve-O’s Wild Ride. In questa occasione, però, il batterista ha anche ricordato alcuni episodi esilaranti del passato: uno di questi risale al 1987, quando i Guns N’ Roses, che all’epoca erano agli esordi, aprirono un concerto dei Mötley Crüe.

Quella sera le due band fecero festa insieme e bevvero davvero tanto: “I Guns avevano intenzione di batterci in una gara di bevute – ha raccontato Tommy – e noi abbiamo pensato ‘Accidenti, eccoci di nuovo, un’altra band che vorrebbe stare al passo con noi. Questo non accadrà’. Così abbiamo iniziato a bere e anche Slash può raccontarvi com’è andata – ha proseguito – eravamo seduti al bar tutti insieme, SlashDuff McKagan, io e Nikki Sixx, e stavamo bevendo uno shot dietro l’altro. Loro ci hanno tipo detto ‘Ok, faremo festa con voi ragazzi’, e noi abbiamo risposto ‘Bene’. Così abbiamo continuato all’infinito, fino a che all’improvviso Slash ha iniziato a sentirsi male. Si trovava tra Nikki e Duff e ha iniziato a vomitare, dicendo ‘Ok, sto bene’. Si stava liberando…”.

Nonostante gli effetti dell’alcool, i quattro musicisti non si sono fermati: “Abbiamo continuato ancora, ancora e ancora… - ha proseguito Tommy Lee – poi, forse dopo circa un milione di shots, Slash ha vomitato di nuovo sul bancone e noi abbiamo detto tipo ‘Oh, questo è forte!’. Alla fine e Nikki lo abbiamo afferrato e lo abbiamo portato nella sua camera in albergo. Abbiamo preso le chiavi dalla sua tasca, abbiamo aperto la porta e lo abbiamo sistemato sul letto a faccia in su”.

A quel punto Slash era al sicuro nella sua stanza, peccato però che i suoi amici abbiano poi deciso di continuare a divertirsi a suo discapito, mentre lui era svenuto per la terribile sbronza e non poteva difendersi: “A quel punto abbiamo presto le nostre Polaroid e Nikki mi ha detto ‘Amico, scatta una foto a questo!’ – ha raccontato ancora il batterista – Nikki è saltato sul letto, si è tirato giù i pantaloni e ha messo le sue palle proprio sul mento di Slash! E io ho scattato una foto! Il giorno dopo il capo della nostra security è andato da Slash, ha tagliato il suo pass per gli artisti e glielo ha ridato con una nuova foto, quella di lui con le palle di Nikki sul mento! – ha detto ancora ridendo – abbiamo realizzato dei poster con quella foto e li abbiamo affissi ovunque. Questo insegna che bisogna pensarci bene prima di provare a fare la festa a noi!”.

Dopo aver rievocato questo episodio divertente (anche se di certo non per Slash), Tommy Lee ha parlato del momento che per i Mötley Crüe ha rappresentato la svolta, ossia il periodo dell’uscita del loro secondo album Shout Of The Devil: “Era il 1983, quando abbiamo avuto l’opportunità di aprire i concerti di Ozzy, il Bark At The Moon Tour – ha detto -  Siamo passati dagli show da 400 persone al Whiskey a Go-Go ai concerti di fonte a 15mila persone ogni f*****a sera ed è stato quello il punto in cui il nostro successo è esploso”.

Di recente i Mötley Crüe sono tornati sulla cresta dell’onda anche grazie al biopic The Dirt che è stato un grande successo. Attraverso questo film anche le nuove generazioni hanno potuto conoscere la musica della band: “Parlo continuamente con la gente, con i nostri fan – ha commentato in proposito Tommy Lee – ho parlato con diversi giovani che mi hanno scritto dei messaggi molto simili. Mi hanno scritto cose del tipo ‘Amico, tu non puoi capire, accidenti, sono così triste di non aver vissuto le vostre esperienze, deve essere stato folle!’. Tutti i fan sono d'accordo su questo punto. Questo film ha riportato tutti a quell’epoca, che è stata davvero assurda. Tutti ne erano parte in realtà, senza Instagram, senza le videocamere degli smartphone, oggi non è più così”.

Tornando a parlare di The Dirt, il batterista ha poi aggiunto: “Jeff ha fatto un così bel lavoro. Mentre stavamo incontrando vari registi, lui ci ha detto ‘Ragazzi, c’è solo una persona che può dirigere questo film, sono io! Innanzitutto sono un vostro fan e vi giuro, riporterò tutti a quell’epoca, descrivendola esattamente così com’era, in ogni dettaglio, dai telefoni all’ambientazione e ai vestiti, è facile. Voglio riportare la gente a quel tempo per far scoprire loro com’era vivere quelle esperienze’. Accidenti se ci è riuscito!”. In effetti, The Dirt ha saputo dipingere perfettamente la scena musicale e la follia di quegli anni dei quali i Mötley Crüe sono stati indubbiamente tra i più grandi protagonisti.

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