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Il 4 luglio del 1995 usciva l'omonimo album di debutto dei Foo Fighters. A 25 anni da quel giorno, Dave Grohl ripercorre tutta la storia e racconta, in un'intervista, cosa significò passare da batterista dei Nirvana a frontman di una band tutta sua.
Dave ricorda che all'inizio restava seduto per ore davanti alla batteria e si immaginava come il pubblico lo avrebbe visto in piedi sul fronte del palco. Che effetto avrebbe fatto? Come si sarebbe mosso il suo corpo? Essere un frontman non è facile, devi avere stile, devi ammaliare i fan. "Cosa dico nelle canzoni? Queste sono le cose che ti passano per la testa e se non le senti o non hai quella connessione o fiducia, può essere fottutamente terrificante".
Il frontman dice di essersi sentito così per almeno 8 o 10 anni, ma adesso ha capito benissimo qual è il suo ruolo nei Foo Fighters. "Ci è voluto molto tempo - ammette - Voglio dire, ora quando esco sul palco, è come: Ehi. Ok andiamo. Ma molto tempo fa, anche facendo interviste, ero timido. Ero insicuro. Mi sentivo come se non fossi abituato a essere in prima linea in quel modo e tutt'ora non riesco a guardare le interviste di allora".
La sua è stata una eredità importante. Dopo la morte di Kurt Cobain e la fine dei Nirvana, non è facile trovare un posto nell'universo musicale. Oltre a subire un'enorme pressione, Dave ricorda che ha dovuto affrontare un vero e proprio esame, sia da parte del pubblico che della stampa.
"Ci sono stati alcuni giornalisti che mi hanno chiesto: Come osi suonare dopo i Nirvana? E cosa dovrei fare? Abbiamo sempre provato a farlo nel modo più giusto. Invece di andare in tour come una grande band, abbiamo pensato: Ok, andiamo sul furgone e facciamo come abbiamo sempre fatto. Cominciamo dal modo in cui abbiamo sempre iniziato, e ci siamo sentiti a nostro agio. E nel fare qualsiasi promozione o comunicato stampa, non abbiamo realizzato un video subito, abbiamo cercato di mitigare tutta quella roba perché in un certo senso faceva paura. Sapevo che stavo camminando sul filo del rasoio. Sapevo che sarei stato esaminato e sapevo che ci sarebbero stati confronti e cose del genere".
"E sì, voglio dire, è stato difficile", conclude Dave. Ma alla fine ammette che niente è stato impossibile, è come se qualcuno gli avesse dato un brutto colpo e a quel punto dici "Fottiti, figlio di pu***na" e vai avanti.
Nell'intervista, Dave ricorda anche i giorni che seguirono la morte di Kurt, e come ciò influenzò i testi dell'album di debutto "Foo Fighters". Qui puoi guardare l'intervista integrale.
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