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Pink Floyd: la storia dell'improvvisa visita in studio di Syd Barrett durante le registrazioni di Wish You Were Here

Redazione Virgin Radio

Il ricordo di Nick Mason: ""Intervenne David che mi ha disse ‘Non sai chi è questo ragazzo? È Syd!'"

Il ricordo di Syd Barrett è ancora vivo nei restanti membri dei Pink Floyd e spesso per loro è inevitabile ripensare a lui. Nick Mason, storico batterista della band, ha ricordato quei momenti in cui il primo frontman dei Pink Floyd fu costretto a lasciare i suoi compagni a causa dei suoi problemi di salute mentale, dovuti anche alla dipendenza da sostanze stupefacenti.

Il 5 giugno 1975, dopo 7 anni dall’addio al gruppo, Syd Barrett si presentò a sorpresa nello studio di registrazione dove la band stava registrando l’album Wish You Were Here, disco che, tra l’altro, contiene brani dedicati proprio a Syd, come la celeberrima Shine On You Crazy Diamond. L’ex cantante e chitarrista allora aveva 29 anni ma ai suoi amici apparve invecchiato, ingrassato e abbrutito, al punto che per loro rivederlo fu un’esperienza quasi traumatica: “Scioccante è la parola giusta – ha raccontato Mason – io stavo lavorando in studio e quando sono entrato nella sala di regia ho trovato questo strano ed enorme ragazzo. Non l’avevo riconosciuto. È dovuto intervenire David che mi ha detto ‘Nick, non sai chi è questo ragazzo? È Syd’. A quel punto lo riconobbi ma non so come spiegare, è stato davvero scioccante”.

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Il ricordo della visita di Syd, forse anche perché fu uno shock Nick Mason e gli altri, con il tempo si è offuscato e nessuno di loro ricorda esattamente cosa avvenne, se non che a un certo punto il loro amico comparve lì in studio un paio di volte, trascorse un po’ di tempo con loro per poi andarsene di nuovo, fu quasi come l’apparizione di un fantasma. Il batterista ha poi spiegato che stargli vicino non fu facile per loro: “Non è stato affatto abbandonato, ma abbiamo subito realizzato che non avrebbe più potuto fare tour né esibirsi dal vivo – ha spiegato – il problema era anche che più di cinquant'anni anni fa non avevamo idea di come poterci prendere cura di lui. Pensavamo fosse pazzo perché non voleva più far parte della band mentre in realtà i pazzi eravamo noi e lui era quello sano. Non è un buon punto di partenza per prendersi cura di qualcuno, ma negli anni tutti noi siamo stati coinvolti nella produzione dei suoi due album solisti. Poi siamo sempre rimasti in contatto con la sua famiglia e abbiamo provato a prenderci cura anche del suo repertorio di canzoni”.

Prima del suo abbandono, era Syd che scriveva la maggior parte delle canzoni dei Pink Floyd ma occuparsi della parte creativa dopo il suo addio per la band non fu un problema: “Il mio punto di vista su questo aspetto era un altro – ha detto Mason – la vita ormai era diventata così difficile con Syd e invece noi desideravamo ancora fortemente esibirci e fare musica. Onestamente è stato un sollievo quando Syd se n’è andato. Anche se non avevamo nuovo materiale, anche se avevamo perso il nostro frontman, l’arrivo di David ci è bastato per restare a galla. Nei sei mesi successivi, infatti, abbiamo realizzato tanti singoli e tanti video”.

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