Rock News
20/11/2024
Peter Freestone conobbe Freddie Mercury nel 1979, quando lavorava come addetto al guardaroba del Royal Ballet. Da quel momento in poi tra i due nacque un’amicizia profonda che durò fino all’ultimo giorno di vita del leggendario frontman dei Queen.
“Phoebe”, così lo chiamava Freddie, divenne il suo tuttofare e andò ad abitare con lui nella sua meravigliosa villa di Kensington, Garden Lodge: da addetto alle pubbliche relazioni, bodyguard, cuoco, domestico e confidente, divenne anche il suo infermiere negli ultimi mesi della sua vita. Ecco perché nessuno più di lui può raccontare il calvario del grande artista. Come riporta il Mirror, tutto ebbe inizio nel 1987 quando Freddie iniziò a sospettare di essere malato, rifiutando tuttavia di sottoporsi a degli accertamenti medici.
Alla fine fu il suo grande amore e amica di una vita, Mary Austin, a convincerlo a farsi visitare e fu così che scoprì di avere l’AIDS. A un mese dalla sua morte, Freddie decise di sospendere tutte le cure e di affrontare il dolore: “Sistemò tutte le sue cose – ha raccontato Peter - penso avesse semplicemente compreso che era arrivata la sua ora. Così decise di non prendere più alcun medicinale. Era a conoscenza delle conseguenze delle sue azioni ed ebbe comunque il tempo di parlare con gli amici e con la famiglia e di dire loro addio”.
Fu proprio a Peter che Freddie, appena quattro giorni prima di morire, fece un’ultima richiesta: voleva visitare la sua villa per un’ultima volta. Amava moltissimo quella casa dove aveva vissuto tanti anni e desiderava fare un ultimo giro per le stanze piene di ricordi, così Peter lo aiutò a scendere le scale, dopo che aveva trascorso gli ultimi tempi a letto nella sua camera: “Il 20 novembre Freddie tornò al piano terra di Garden Lodge – ha raccontato il suo grande amico – voleva vedere alcune sue opere d’arte per l’ultima volta”. Nonostante fosse molto debole, il cantante riuscì a camminare da solo nel salone e nella stanza giapponese, assistito da Peter: “Mi raccontò come e quando aveva acquistato alcuni oggetti d’arte presenti nella sua casa – ha raccontato ancora – di certo c’era un’atmosfera quieta nella villa in quei giorni, ma Freddie rimase la persona che tutti noi avevamo conosciuto fino alla fine”.
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