Rock News
20/12/2019
Gli Aerosmith sono una delle band più longeve nella storia del rock: con le residency intitolate Deuces Are Wild, quest’anno si sono esibiti molte volte a Las Vegas per la gioia dei fan americani, ma presto partiranno per un nuovo tour che li vedrà protagonisti anche in Italia, a Milano, il prossimo 13 giugno. In una nuova intervista per Haute Living, Steven Tyler ha parlato proprio del grande successo degli shows in Nevada, un successo tale che li ha portati ad aggiungere altre 15 date nel 2020: “La gente ci sente suonare del buon vecchio rock ‘n’ roll, cosa della quale ormai ci sono ben pochi esempi – ha detto – io canto sempre nella stessa tonalità, mentre Joe Perry suona come un matto”.
A questo punto il cantante non ha potuto fare a meno di elogiare il suo chitarrista, compagno di una lunga carriera di successi: “Per me è un onore stare accanto a Joe Perry – ha esordito per poi proseguire – lui è una vera rock star, una delle ultime. È semplicemente il più grande. È un sopravvissuto. E tenetelo ben in mente, qualcosa di cui non si parla mai è il rumore forte che, a certi decibel, come ad esempio a 100, diventa esponenziale. Noi abbiamo suonato a questi volumi e così, in un certo senso, abbiamo riportato un disturbo da stress post traumatico”.
“Salire sul palco, cercare di renderci gradevoli a un pubblico da conquistare, è come andare in guerra ma la gente non lo capisce – ha proseguito il frontman - Molte persone pensano che siamo solo dei sopravvissuti alle droghe, ma in realtà siamo sopravvissuti anche a questo. Il suono continua, noi lasciamo il palco. Io mi cambio i vestiti e risalgo. Domani, dopo lo show, mi siederò qui e avrò un ronzio nelle orecchie. Mi agitano tutte queste persone che cantano insieme le nostre canzoni, mi spaventano. Eppure vanno via pensando ‘Non posso crederci!’, e indovinate un po’, non riesco a crederci neanche io! E così mi chiedo ‘Cosa è appena successo?’”.
“Non posso uscire, devo rimanere qui – ha continuato – così i miei cuccioli sono la mia unica consolazione, oltre alla mia compagna e ai ragazzi, con i quali parlo molto. Non era mai successo in 25 anni. Il modo in cui stiamo insieme adesso è qualcosa di magico e non si può quantificare, è questo il fatto. Parli di sogni ma non puoi quantificarli. Ad esempio, Brad (Whitford ndr) non voleva che nessuno gli baciasse le guance. Adesso, invece, puoi mettergli un braccio intorno al collo durante Last Child e presentarlo come l’ultimo dei bambini. E lui ti vuole bene, e tu vuoi bene a lui. È così che avrebbe sempre dovuto essere”.
Con una carriera così lunga alle spalle, insomma, gli Aerosmith hanno raggiunto un’intesa tale da potersi considerare una sorta di famiglia. Probabilmente è anche questo loro rapporto speciale che li spinge ad andare avanti e ad avere ancora voglia di esibirsi e di conquistare il loro pubblico, concerto dopo concerto.
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