La trama del film interpretato da Pelé, Sylvester Stallone, Michael Caine, Max Von Sydow è stata ispirata da quella che viene ricordata come la “partita della morte” realmente giocatasi a Kiev il 9 agosto del 1942 tra una squadra composta da giocatori della Dinamo e del Lokomotiv contro una squadra composta da soldati e ufficiali dell’aeronautica tedesca. Fuga per la vittoria ne richiama lo spirito ed è considerato uno dei film dedicati allo sport più belli di sempre e uno dei più riusciti sul calcio anche grazie alla presenza, oltre a quella di Pelé, di grandi giocatori come gli inglesi Bobby Moore (Campione del Mondo nel 1966), Mike Summerbee, l’argentino Osvaldo Ardiles e il belga Paul Van Himst.
Stallone, ricordando i giorni delle riprese, dichiarò alla BBC di quanto era bello vedere giocare Pelé da vicino ma anche di quanto fu doloroso per lui: “Fu uno dei momenti peggiori della mia vita su un set. Mi massacrò con dei tiri fortissimi. Mi ruppi un dito provando a parare un rigore di Pelé! Il bello era che mi diceva prima dove avrebbe tirato. Quindi io mi posizionavo dove diceva lui ma il pallone mi passava a un centimetro senza avere il tempo di sfiorarlo. Lo metteva esattamente dove aveva detto che l’avrebbe calciato”.
Le riprese si svolsero in tre mesi (da agosto a novembre 1980) e le immagini della partita furono realizzate all’interno del Nándor Hidegkuti Stadion di Budapest, uno dei pochi stadi che non avevano ancora un impianto dotato di riflettori, essendo quindi più simile a quelli antecedenti la seconda guerra mondiale, periodo in cui è ambientata la storia.
La rovesciata di Pelé nel film è considerato uno dei gesti tecnici sportivi più belli, limpidi ed emozionanti mai visti sul grande schermo. La perfezione. Chi è stato sul set ha raccontato negli anni seguenti che O Rei era così felice del ruolo nel film che durante le pause delle riprese estasiava tutti con giocate strabilianti. Non a caso lui e Maradona possono essere considerati senza alcun dubbio: i migliori giocatori di calcio di sempre.
