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Blade Runner non è più il futuro: il capolavoro di Ridley Scott ambientato nel novembre 2019 è 'arrivato' nel presente
La storia, allora futuristica, a fine mese sarà ufficialmente parte del passato. Ecco il bilancio delle sue 'visioni'
"Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare... e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia". Rutger Hauer, il replicante filosofo Roy Batty, il cui monologo è divenuto un cult nella storia del cinema, non ce l’ha fatta a vedere il giorno in cui il film che lo ha reso famoso ha raggiunto la sua data di scadenza. L'attore olandese, che ha recitato in Blade Runner, accanto ad Harrison Ford, Sean Young, Edward James Olmos e Daryl Hannah, è morto infatti nel luglio scorso, a 75 anni.
Il lungometraggio, pietra miliare del grande schermo, intendeva predire un’era in cui ora viviamo ed in parte c’è riuscito.
Se infatti i veicoli volanti non esistono ancora (a parte gli elicotteri taxi di Uber per la tratta aeroporto JFK-Manhattan) come i replicanti superiori all'uomo per capacità fisiche ed intellettuali, l’intelligenza artificiale oggi si fa sempre più strada; così come la tecnologia nata un paio di anni fa che ricorda quella grazie a cui il cacciatore di taglie Rick Deckard (Harrison Ford) trova le prove nel piccolo dettaglio di una foto, utilizzando una funzione di monitoraggio e zoom. La pellicola non contempla la presenza di cellulari e di smartphone, ma anticipa le videochiamate di Skype, WhatsApp e FaceTime e il controllo vocale di Alexa, Google Assistant e Siri, che, tuttavia, ha ancora tanta strada da fare.
Il mondo di Blade Runner è fortemente influenzato dalla componente asiatica: dalla predominante etnia cinese, dalla sua lingua (detta Cityspeak) e dal suo know-how tecnologico di cui è un esempio il progettista genetico di occhi, Hannibal Chew.
E poi c’è la Voight-Kampff Test, macchina con cui i Blade Runners rintracciano i replicanti in fuga. Un rilevatore di bugie che ricorda in qualche modo la nostra macchina della verità, ritenuta a tutt’oggi nel mondo reale ancora imprecisa e, in Gran Bretagna, addirittura illegale per produrre prove. E, se anche i viaggi spaziali ai giorni nostri sono ancora lontani come lo sono animali domestici robot, (a parte il progetto del cane Aibo della Sony del 1999), è certamente la questione del cambiamento climatico, (tanto al centro di tutto il film quanto del dibattito odierno internazionale), la previsione più accurata di un capolavoro cinematografico, che, nonostante abbia raggiunto il suo termine ultimo, resta immortale.