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AC/DC: un libro racconta un episodio divertente sulla campana Hells Bell!

In Babysitting A Band On The Rocks, l'autore descrive la tappa a NY del tour Back In Black

Nel libro Babysitting A Band On The Rocks, l'autore G.D. Praetorius porta i lettori dietro le quinte, durante i concerti rock negli Stati Uniti dei primi anni Ottanta. Il volume, pubblicato nel 2017, si concentra su un anno trascorso con Steven Tyler degli Aerosmith, ma include anche incontri con alcuni degli altri giganti del rock, tra cui AC/DC, Van Halen, Keith Richards, Ritchie Blackmore, Yes e Tommy Lee dei Mötley Crüe.

L’opera contiene scatti delle star sia nel backstage sia sul palco, molte delle quali mai pubblicate prima. Praetorius descrive in modo esilarante il capitolo in cui gli AC/DC arrivano al Nassau Veterans Memorial Coliseum di New York, l’8 ottobre 1980, durante il tour Back In Black, con la nuova voce della band, Brian Johnson, e il brano Hells Bells, dedicato a Bon Scott e pronto per essere cantato.

Il gruppo trasportava la propria 'hell bell' di bronzo di due tonnellate circa e con il loro logo inciso sopra, che doveva essere calata dall’alto sul palco in modo che Johnson potesse colpirla con un grosso martello all’inizio della canzone. Forgiata da John Taylor & Co. Bellfounders, la stessa campana ascoltata nell’album, è la protagonista di alcune pagine del libro di Praetorius in cui viene descritto per filo e per segno il suo posizionamento sul palco, non senza grossi imprevisti. La campana, ancora all’interno di una custodia, sprofonda infatti nel piano di tavole, durante il suo posizionamento, facendo cadere in preda al panico tutti, tranne i membri della band.

“Menti grandi e piccole si riunivano intorno, alternando una tempesta di idee alla disperazione, ma ormai quasi tre mesi e diverse dozzine di date del tour, avevano visto più o meno tutto e sapevano che la soluzione era davvero semplice”, si legge nel libro. Il palcoscenico perforato viene riparato e gli attrezzisti riescono infine da issare la campana e a posizionarla in alto, al suo posto d'onore, pronta a suonare per l'apertura del concerto. E di lì a poco, “le corde vocali di Brian Johnson mostrano non meno potere di quelle del suo predecessore e il suo tono rimane perfetto (almeno per le mie orecchie)”, scrive ancora Praetorius.

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