Rock News
18/07/2019
Come accade più o meno a tutte le band, anche i Beatles nel loro periodo d’oro attraversarono una profonda crisi verso la fine degli anni ’60. Come riporta cheatsheet.com, a dare un primo segno di insofferenza fu Ringo Starr che in quel periodo abbandonò il gruppo per diverse settimane dopo alcuni giorni di grande tensione, risalenti alla registrazione di The White Album.
Nel periodo di quelle sessions accadde un altro episodio spiacevole: durante la registrazione di Ob-La-Di, Ob-La-Da, a un certo punto John Lennon se ne andò dallo studio infuriato perché le infinite prove di quella canzone lo avevano portato all’esaurimento. A cedere in seguito fu George Harrison, il quale lasciò la band per circa due settimane durante la registrazione di Let It Be.
L’unico che, almeno apparentemente, riuscì a rimanere calmo in quei mesi fu Paul McCartney: probabilmente nel suo caso la determinazione nel voler fare un altro album con i Beatles dopo Abbey Road prevalse su tutti i problemi, anche se di certo non è stato semplice.
In realtà, anche lui era esasperato in quel periodo: il suo malumore si inasprì quando John si rifiutò di suonare e cantare Maxwell’s Silver Hammer, ma la situazione precipitò sul serio al momento di registrare la parte di John in Come Together. Durante il lavoro, i due si scontrarono per una divergenza di opinioni: Paul suggerì di rallentare un po’ il pezzo e di aggiungere la parte di basso che aveva appena composto; negli stessi giorni iniziò a lavorare alla composizione della parte per la tastiera. Ma John non era d’accordo ed era deciso a escludere Paul dalla lavorazione del brano.
Di solito era McCartney a suonare la tastiera nelle canzoni scritte da Lennon: secondo quanto raccontato in seguito dal tecnico che si è occupato delle sessions, Geoff Emerick, mentre Paul componeva e provava la nuova parte alla tastiera, John sbirciava da dietro le sue spalle per rubargli la composizione. È stato proprio quel gesto a scaldare gli animi e a fa diventare la situazione incandescente: “A quel punto Paul si lasciò sfuggire questa frase – ha raccontato Emerick - ‘Insomma, cosa vuoi che io faccia per questa canzone, John?’”. Lennon rispose semplicemente con un ‘niente’ e questa parola sembrò davvero la goccia in grado di far traboccare il vaso. “Paul apparve ferito e poi arrabbiato – ha continuato il tecnico - per un momento io ho pensato che sarebbe accaduto il peggio. Invece lui riuscì a contenersi, alzò le spalle e si limitò a uscire dallo studio. Fu una delle pochissime volte in cui lasciò una session di registrazione in anticipo”.
In quell’occasione, dove probabilmente la maggior parte delle persone sarebbe andata su tutte le furie, Paul McCartney riuscì quindi a mantenere la calma, dimostrando di avere il proverbiale aplomb inglese come nessun altro. Di certo, però, quell’episodio segnò profondamente il rapporto tra lui e Lennon e, in generale, il periodo della registrazione di Abbey Road, nel 1969, probabilmente fu davvero l’inizio della fine dei Beatles. Non a caso, pochi mesi dopo, nel 1970, McCartney disse all’Evening Standard: “Vorrei tanto che i Beatles fossero al massimo della forma e produttivi come erano una volta, ma le cose sono cambiate”.
“Persino in Abbey Road – spiegò ancora Paul – non abbiamo più fatto le armonie insieme, penso sia triste. Su Come Together avrei voluto cantare insieme a John e penso che a lui sarebbe piaciuto ma ero troppo in imbarazzo per chiederglielo e così in quella situazione non ho lavorato al massimo delle mie capacità”.
In quella canzone, in realtà, Paul ha contribuito nei cori, ma a interpretarla è stato solo John, mentre il compagno avrebbe voluta cantarla tutta insieme a lui. Il resto è storia: circa un anno dopo, alla fine del 1970, i Beatles si sciolsero e ciascun membro della band pubblicò un album solista. Dopo aver scritto una pagina importante della storia della musica, i Fab Four cessarono quindi di esistere come gruppo, ma la loro eredità è viva ancora oggi.
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