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Keith Richards giudica le canzoni migliori degli Stones: “Il riff di (I Can't Get No) Satisfaction è il migliore di tutti i tempi”

Il chitarrista ha aggiunto: “Gimme Shelter è una sfida, Sympathy for the Devil è divertente da suonare”

25/06/2019

Dopo i recenti problemi di salute, Mick Jagger è tornato sul palco lo scorso 21 giugno a Chicago e i Rolling Stones hanno dato avvio al tour che avevano dovuto rimandare proprio a causa dell’operazione e della convalescenza del cantante. La band è più in forma che mai e, proprio in occasione dell’inizio della serie di concerti negli Stati Uniti, Keith Richards ha rilasciato un'intervista a Rolling Stone, durante la quale ha parlato di alcuni dei loro più grandi successi.

Il primo di cui ha parlato non poteva che essere (I Can't Get No) Satisfaction, una della canzoni più amate e famose dei Rolling Stones: secondo Richards, è proprio quello contenuto in questo pezzo il “riff migliore di tutti i tempi”, nonché quello che non si stanca mai di suonare. “Sto ancora cercando di perfezionarlo – ha spiegato – io e il bassista Darryl Jones stiamo lavorando sul ritmo e di recente anche su alcune idee per migliorarlo e renderlo ancora più vivace”.

Gimme Shelter, invece, per Richards dal vivo rappresenta la “più grande sfida”. “Una volta che inizi a suonarla va tutto bene – ha raccontato – però non sono mai sicuro se la sto suonando al volume giusto. Sono sempre un po’ ansioso con questo pezzo. L’inizio poi è così inquietante, a volte quando ci esibiamo negli stadi si sente persino l’eco”.

Honky Tonk Women, invece, può essere un pezzo davvero bastardo da suonare – ha continuato il chitarrista – quando va bene, va davvero bene. C’è qualcosa di aspro nell’attacco che devi davvero saper gestire e il ritmo deve partire subito bene. È una sfida ma la adoro”. Infine, Richards non poteva non parlare di un altro grandissimo successo dei Rolling Stones, ovvero Sympathy for the Devil: “È qualcosa di così bizzarro da suonare – ha detto – è incredibilmente divertente perché ci sono tutte quelle pause. Io e Ronnie Wood a volte non suoniamo fino al bridge ‘Please to meet you!’. Inoltre c’è grande dinamismo in questo pezzo, e poi alla fine posso anche permettermi di dribblare un po’”.

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