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Nikki Sixx: "vi racconto la vergognosa storia di come ho scelto il mio nome d’arte"
Il bassista e fondatore dei Mötley Crüe è diventato Nikki Sixx in una circostanza alquanto bizzarra
Hanno sempre avuto una vita trasgressiva, comandata dagli eccessi e dai problemi con la legge. E non stupisce se i loro racconti sono bizzarri e a volte scandalosi. Stiamo parlando dei Mötley Crüe e degli ultimi racconti del bassista e fondatore Nikki Sixx. In una recente intervista a Trunk Nation, Nikki ha svelato la storia vergognosa, mai raccontata, di come è arrivato a scegliere il suo nome d’arte.
“Ero in una band chiamata London e ho cambiato il mio nome in Nikki”, comincia così la storia del bassista. “Ero Nikki London di Londra, perché tutte le mie band preferite erano di Londra e non avevo grande inventiva. Ma poi ho pensato che non volevo essere Nikki London di Londra, non so perché continuavo a pensarci, quindi avrei cambiato il mio nome in Nikki Nine”.
E fin qui niente di strano. Ma ora arriva il bello. “All’epoca c’era una ragazza, con la quale andavo a letto – ha continuato Nikki – e lei aveva un ragazzo che si chiamava Nikki Six, così mi sono detto: ‘Non solo gli sto rubando la fidanzata, ma sto per rubargli anche il nome’. Era uno scherzo che si è rivelato piuttosto interessante. Non è strano?” Effettivamente sì.
L’intervista poi è continuata su altri temi. Eddie Trunk gli ha chiesto se c’è qualche possibilità di rivedere la band insieme, visto il successo del film “The Dirt”. Nikki Ha risposto così: “Tutti ci stanno pensando, ma noi no. E non lo dico in senso negativo, non abbiamo proprio parlato di questa eventualità”.
“Per essere onesto – ha concluso il bassista – questo film è stato così importante per noi e questa nuova musica è stata così importante per noi, che non pensavamo che accadesse. Io e Tommy siamo abbastanza convinti che la band sia finita e non ne abbiamo mai parlato. Questo è stato molto difficile perché siamo migliori amici”.
La pellicola “The Dirt: Mötley Crüe” è stata presentata il 18 marzo scorso a Hollywood per poi essere distribuita su Netflix. Il film ripercorre la carriera dei “Padrini del Glam metal”.