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Bruce Springsteen su Jeremy Allen White: "È stato molto comprensivo e tollerante con me nei giorni in cui sono stato sul set"

Il Boss ha parlato delle riprese di "Springsteen: Deliver Me Form Nowhere": "Quando c’erano delle scene troppo personali restavo a casa"

Bruce Springsteen su Jeremy Allen White: "È stato molto comprensivo e tollerante con me nei giorni in cui sono stato sul set"

23/06/2025

«Qui non si tratta di me, di te, di dischi d’oro e classifiche. Si tratta di Bruce Springsteen. Queste sono le canzoni su cui vuole lavorare adess

In una delle scene più emozionanti del trailer appena uscito di Springsteen: Deliver Me From Nowhere, l’attore Jeremy Strong che interpreta il manager e amico di Bruce Jon Landau, si rivolge così ad un discografico che non capisce perché il più grande autore rock del momento abbia deciso di chiudersi in una casa nel New Jersey con una chitarra, una armonica e un registratore Tascam per registrare un album di struggenti e realistiche canzoni folk acustiche e minimali. «Quando era bambino, nella stanza da letto di Bruce c’era un buco nel pavimento. Non dovrebbe essere così. Il pavimento della stanza di un bambino dovrebbe essere solido» continua Landau, mentre scorrono delle immagini in bianco e nero che raccontano il difficile rapporto di Bruce con suo padre Doug Springsteen, «Con queste canzoni, Bruce sta cercando di riparare quel buco nel pavimento della sua stanza. Quando avrà finito di sistemare la sua vita, metterà a posto tutto il mondo».

Bruce Springsteen ha detto che Deliver Me From Nowhere: «Esplora alcuni dei momenti più dolorosi della mia vita». A 75 anni, e con la gloria di una carriera enorme sulle spalle, Bruce ha rivissuto sul set del film girato da Scott Cooper la sua infanzia difficile, la sua dedizione alla musica come unica via di fuga e redenzione dal nulla a cui era destinato, e il buio che lo ha colto in vari momenti della sua carriera, come quando dopo il successo di Born to Run del 1975, la profondità narrativa di Darkness on the Edge of Town del 1978 e la grandezza del doppio album The River che lo ha portato in classifica con il singolo Hungry Heart, ha deciso di isolarsi da tutto e di scavare in profondità nella sua ispirazione folk per registrare Nebraska nel 1982 («Voglio che suoni come se fossi in una stanza da solo» dice in una scena del film al suo tecnico del suono Mike) prima di conquistare il mondo con Born in the Usa nel 1985.

Ad interpretarlo c’è il 34enne Jeremy Allen White: «È stato molto comprensivo e tollerante con me nei giorni in cui sono stato sul set» ha detto Bruce, «Gli ho detto: Jeremy, se in qualche momento la mia presenza ti disturba, fammi uno sguardo e io me ne vado. Quando c’erano delle scene troppo personali volevo che gli attori si sentissero liberi e non mi sono fatto vedere, sono rimasto a casa».

Il risultato è un film che, a giudicare dal trailer, potrebbe diventare un classico dei biopic musicali. Bruce Springsteen ha parlato anche dell’emozione di suonare dal vivo: «Quando registri un album, sei in un ambiente ermeticamente chiuso all’esterno. Poi esci e devi suonare quelle canzoni davanti ad un pubblico, è un’esperienza che può fare davvero paura perché per la prima volta ascolti le tue canzoni attraverso le orecchie del pubblico e riconosci immediatamente ogni debolezza e ogni punto di forza».

Dopo 50 anni sul palco, Bruce ha sempre chiaro in mente quale è il suo ruolo, e come realizzare il suo desiderio di regalare sempre un’esperienza indimenticabile: «Devi creare subito quel contatto immediato con il pubblico. Se riesci a farlo, arriverà alle persone in fondo allo stadio, a quelle in mezzo e alle prime file. Ma se vai lì fuori e non immagini già come sarà quella connessione, non avverrà mai, passerai tre ore tristissime e penserai: ok, sono un truffatore».

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