Paul McCartney e l'ammirazione per John Bonham: la storia della registrazione "segreta" ad Abbey Road

Nel gennaio 1976 Paul McCartney entra in studio ad Abbey Road per registrare il quinto album dei Wings, At The Speed of Sound, durante una pausa del tour.

I Wings rappresentano il suo presente e futuro artistico dopo la fine dei Beatles e la fine del percorso complesso con cui ha dovuto reinventare sé stesso, il modo in cui riesce a esprimere il suo tocco melodico e il gusto della sperimentazione, accompagnato dalla moglie Linda e da un gruppo di amici e musicisti come Denny Laine e Jim McCulloch e Joe English al basso, chitarra e batteria. Wings At the Speed of Sound è un esperimento di pop raffinato che divide i critici ma conquista il pubblico (va al numero uno in classifica in America e al numero due in Inghilterra), in cui Paul McCartney inserisce uno dei suoi brani rock più diretti e potenti, Beware My Love. Un pezzo che entra nella storia grazie ad una collaborazione rimasta segreta per decenni, quella con John “Bonzo” Bonham.

L’ascesa dei Led Zeppelin nel mondo del rock di fine anni 60 è devastante, e Paul McCartney è uno dei primi a riconoscere la grandezza di Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham. Secondo la leggenda, durante le session di Wings At the Speed of Sound, Paul McCartney invita in studio John Bonham che registra una traccia demo di Beware My Love, con McCartney al basso. Probabilmente, la più grande sezione ritmica della storia, una chicca che rimane segreta fino a quando McCartney non la pubblica nella versione rimasterizzata di Wings At the Speed of Sound.

“È stato fantastico suonare con uno dei miei batteristi preferiti di tutti i tempi” ha detto Sir Paul. Circa due anni dopo, il 2 ottobre 1978, Paul McCartney richiama John Bonham ad Abbey Road per una delle collaborazioni più spettacolari di sempre, Rockestra Theme, pubblicato sull’ultimo album dei Wings, Back the Egg: un supergruppo impressionante con David Gilmour, Hank Marvin, Pete Townshend, Ray Cooper, Kenney Jones (che sostituisce Keith Moon morto un mese prima), con cui Paul McCartney chiude in modo grandioso un capitolo della sua carriera.