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Ecco perché nel 1980 i Pink Floyd assunsero un'altra band per suonare al posto loro. Scopri la storia

Roger Waters: "anche se un artista si sforza al massimo di comunicare col pubblico, il mercato fa in modo che sul palco possa esserci chiunque"

Ecco perché nel 1980 i Pink Floyd assunsero un'altra band per suonare al posto loro. Scopri la storia

24/06/2024

"All’improvviso mi ha colpito un’idea. Ho visualizzato un enorme muro invisibile che separava la band dal pubblico”: Roger Waters ha spiegato così la riflessione che nel 1979 ha ispirato la nascita di The Wall dei Pink Floyd, l’album dell’isolamento, dell’incomunicabilità e della ricerca disperata di umanità nella società contemporanea e della autoanalisi di una rockstar, che diventa uno dei dischi album più potenti e famosi nella storia del rock. Il 17 febbraio 1980 Pink Floyd partono per il tour di The Wall, in cui Roger Waters ha deciso di trasformare la sua visione in una vera e propria rappresentazione scenica, creando una delle produzioni più complesse e costose mai realizzate. “Volevo che all’inizio del concerto venisse costruito un muro che si chiudeva alla fine. Quando il pubblico non riesce più a vederti il concerto è finito” ha detto Roger Waters.

The Wall viene portato sul palco in questa forma per 31 concerti in quattro città: sette volte a Los Angeles, cinque a Uniondale New York, otto a Dortmund in Germania e undici a Londra fino al 17 giugno 1981. L’inizio del concerto è la prima geniale rappresentazione scenica del mondo surreale della musica in cui i Pink Floyd sono diventati una delle realtà più grandi del mondo. Per suonare il primo brano In the Flesh, che apre l’album The Wall (e che per Roger Waters è nata come: “Una parodia del rock da stadio più stupido”), sul palco arriva un’altra band, composta da quattro musicisti che indossano maschere di plastica con il volto di Roger Waters, Nick Mason, Richard Wright e David Gilmour.

Una mossa che Roger Waters ripeterà nel celebre concerto di Berlino del 21 luglio 1990, chiedendo agli Scorpions di suonare In the Flesh. Durante la prima rappresentazione di The Wall nel 1980 i veri Pink Floyd compaiono solo nel secondo pezzo, The Thin Ice, teatrale e intensa ballad che porta verso Another Brick In The Wall, Part 1, con il cerchio di luci che si accende a illuminare il palco e il pubblico. Roger Waters ha mandato così il suo messaggio: anche se un artista si sforza al massimo di entrare in contatto con le persone attraverso l’arte, il sistema che gestisce il mercato musicale fa in modo che sul palco ci possa essere chiunque.   

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