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Rock News

John Frusciante. "Ecco come ho trovato il mio suono per i Red Hot Chili Peppers"

Redazione Virgin Radio

Il chitarrista: "Ho smesso di cercare di catturare l’attenzione e ho tolto l’ego di mezzo"

Quando John Frusciante è entrato nei Red Hot Chili Peppers nel 1989 durante le session dell’album Mother’s Milk, come ha raccontato lui stesso ad una rivista specializzata di chitarre: “Ho dovuto soffrire molto per trovare il mio suono”. Anthony Kiedis e Flea hanno creato il suono punk funk dei Red Hot Chili Peppers con il loro amico Hillel Slovak, con cui sono cresciuti (“Ho imparato a suonare il basso grazie a Hillel” ha detto Flea ”È stato lui a darmi la prima e unica lezione che ho fatto”) e con cui hanno formato la band nel 1981.

John Frusciante ha solo diciannove anni, ha studiato i grandi chitarristi come Jimi Hendrix e Jeff Beck, ha studiato ossessivamente Frank Zappa che gli ha anche offerto di entrare nella sua band (Frusciante rifiuta “Perché non mi avrebbe permesso di diventare una rockstar”) e ha frequentato il Guitar Institute of Technology.

È un fan dei Red Hot Chili Peppers da quando li ha visti suonare a quindici anni a Los Angeles, conosce Hillel Slovak e il suo stile e ha già fatto delle jam session con Flea grazie al comune amico D.H. Peligro dei Dead Kennedys che diventerà per un breve tempo il batterista della band. “Non ero un chitarrista funk, ho imparato tutto ascoltando Hillel e suonando con Flea”. Quando entra nella band dopo la morte di Hillel Slovak nel 1988 il produttore Michael Beinhorm vorrebbe un suono heavy metal, e Frusciante deve adattarsi. “Non mi sentivo libero e non riuscivo ad esprimermi perché non potevo andare in profondità dentro me stesso”.

Le limitazioni trovate in studio spariranno durante le registrazioni di Blood Sugar Sex Magik grazie al genio di Rick Rubin che libera la creatività e la chimica musicale tra Flea, John Frusciante, Chad Smith e Anthony Kiedis ma il chitarrista ha spiegato cosa è davvero cambiato in lui: “Ho smesso di cercare di catturare l’attenzione e ho tolto l’ego di mezzo. Prima suonavo per fare vedere quanto ero bravo, poi ho iniziato a usare la mia chitarra per supportare gli altri membri della mia band. È un consiglio che voglio dare a tutti i chitarristi”. Il risultato è la nascita del groove dei Red Hot Chili Peppers: “Semplificando ho trovato un suono che ha provocato una risposta immediata negli altri. E questo mi ha portato a mettere nella musica cento volte più anima ed espressività di quanto avessi mai fatto. Invece di provare ad essere uno dei Red Hot Chili Peppers ho iniziato ad essere semplicemente me stesso, e questa versione sincera di me stesso è quello che sono da allora”.

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