Rock News
05/02/2024
“Ogni volta e ovunque suoneremo a tutto volume e fratello Wayne sarà lì con noi». Sono le parole con cui Tom Morello ha reso omaggio a Wayne Kramer, fondatore e chitarrista degli MC5 da Detroit, la band che con soli tre album (Kick Out The Jams del 1969, Back in the Usa del 1970 e High Time del 1971) ha creato l’estetica radicale di Detroit e forgiato il punk rock americano, scomparso il 2 febbraio 2024 a 75 anni.
“Abbiamo perso uno dei più grandi di Detroit” ha scritto Jack White, “Ha cambiato il rock’n’roll e ha aperto il terreno a Detroit per tutti noi”. Gli MC5 sono un’istituzione della controcultura americana per il suono incendiario, l’attivismo sociale e la ribellione contro il sistema sintetizzata nel loro brano definitivo, Kick Out The Jams, una sfuriata hard rock registrata dal vivo il 30 ottobre a Detroit che dà il titolo al loro primo album.
Durante la rivolta contro la guerra in Vietnam alla Convention Democratica di Chicago del 1968, gli M5C sono l’unica band che accetta di suonare (anche Neil Young si presenta ma non riesce a suonare) e lo fanno per otto ore senza fermarsi. “Wayne ha superato prove di fuoco con le droghe, è stato in prigione, e non si è mai tirato indietro quando c’era una causa sociale da appoggiare. È stato un angelo custode per tutti noi” ha scritto Tom Morello.
Nato a Detroit nel 1948, Wayne Kramer ha fondato gli MC5 nel 1963 con il suo amico Fred ‘Sonic’ Smith (futuro marito di Patti Smith, scomparso nel 1994), trova Rob Tyner alla voce e Michael David e Dennis Thompson al basso e batteria e sceglie come nome l’acronimo della sua città: Motor City Five. Nel 1968 sono la prima band hard rock messa sotto contratto dalla Elektra Records grazie a Danny Fields che li vede in concerto a Detroit. Lo stesso giorno, Fields scrittura anche gli Stooges di Iggy Pop e crea la scena garage-rock che da Detroit influenza tutta la musica americana, ispirando il punk a New York, l’hardcore a Washington DC e il metal in California.
Iggy Pop che lo ha salutato con questo messaggio: “Senza il supporto di Wayne non ci sarebbero mai stati gli Stooges. Ovunque tu sia, grazie per i giorni meravigliosi e la tua musica». Il loro manager è il poeta e attivista Jon Sinclair, leader dell’associazione socialista e antirazzista White Panther e il loro spirito radicale (il loro primo album viene bandito dalla catena di negozi Hudson’s e loro rispondono con una pagina su una rivista underground con scritto Stick Alive with the MC5 and Fuck G Hudson e vengono scaricati dalla Elektra) li mette nel centro del mirino della censura e del governo, i problemi di dipendenze della band sono sempre più grandi e dopo un ultimo concerto il 31 dicembre 1972 al Grande Ballroom di Detroit dove tutto è cominciato, gli MC5 si sciolgono.
La fine è un racconto noir americano: Rob Tyner muore nel 1991, Fred Smith nel 1994, Michael Davis nel 2012, Wayne Kramer viene arrestato per aver venduto droga ad un poliziotto sotto copertura e passa quattro anni in carcere (i Clash lo citano nella canzone Jail Guitar Doors) quando esce lavora come falegname a New York, gira per gli Stati Uniti tra la Florida e Nashville poi ritrova la musica, suona con Johnny Thunders nella band Gang War e poi lavora come musicista di studio e produttore con varie band indipendenti, impegnandosi anche in attività sociali a favore del reinserimento dei detenuti e conto l’alcolismo. “Ho fatto le cose a modo mio per tutta la vita” ha detto in una delle ultime interviste.
Dopo aver fatto un tour nel 2018 per celebrare i 50 anni di Kick Out The Jams con Kim Thayll e Matt Cameron dei Soundgarden e Brendan Canthy dei Fugazi, e un secondo tour We Are All MC5 con giovani musicisti selezionati dal lui, Wayne Kramer ha annunciato un nuovo album della band, intitolato Heavy Lifting in uscita nella primavera de 2024 in cui suonano un sacco di ospiti, William Du Vall degli Alice In Chains, Vernon Reid dei Living Colour, Slash e Tom Morello. “Gli MC5 erano semplicemente devastanti" ha detto Wayne Kramer, "Facevamo cose che nessuno riusciva a fare. La musica rock per me è sempre stata un’identità".
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