Rock News
13/12/2024
Nel 2003 gli Evanescence esordiscono con l’album Fallen che lancia la loro carriera e trasforma Amy Lee in un’icona rock. Erano una band sconosciuta di Little Rock, Arkansas, che ha registrato un primo cd autoprodotto intitolato Origins e poi un demo in uno studio di Memphis che è arrivato all’etichetta Wind Up Records e ha attirato l’attenzione con un pezzo, Immortal, che i discografici definiscono: “Una canzone nata per essere una hit”.
Dopo le dieci milioni di copie vendute in America e diciassette nel mondo e i due Grammy Award di Fallen (che arriva al numero 3 in classifica) sono una potenza commerciale che riporta in classifica lo stile gotico, il suono metal melodico e una delle figure femminili più intriganti degli anni duemila. In una nuova intervista Amy Lee ha ricordato il momento in cui la sua vita è cambiata e ha dovuto confrontarsi con la fama, l’attenzione dei media e il music business. “Molti volevano vedermi fallire, soprattutto agli inizi” ha detto Amy Lee, “Ero sempre sulla difensiva, mi sentivo incompresa come succede spesso a chi ha successo troppo in fretta. Sulla copertina dell’album ho l’aria da dura, e uno sguardo da stronza, quindi la gente pensava che fossi una stronza!”.
My Immortal e il primo singolo Bring Me To Life vengono inseriti nella colonna sonora del film Daredevil del 2003 e se prima le radio non le passavano (perché una voce femminile in un pezzo rock era considerata una rarità non commerciale), e Bring Me To Life arriva al numero 5 in America e nella top 10 in 20 paesi, vince a sorpresa un Grammy come Best Hard Rock Performance e viene anche nominata come Best Rock Song. “Ho iniziato a soffrire della sindrome dell’impostore” ha detto Amy Lee “Non riuscivo a realizzare di aver vinto un Grammy, mi sembrava uno scherzo, ero troppo giovane e stava succedendo tutto troppo in fretta”. Il 17 novembre esce una riedizione di Fallen rimasterizzata, con alcune bonus track. La chicca è una versione demo di Bring Me To Life registrata nel 2002 da Amy Lee con il chitarrista e fondatore degli Evanescence Ben Moody senza il contributo di Paul McCoy cantante della band 12 Stones che canta con Amy (oltre ad interpretare con lei il video) e fa un intermezzo quasi rap in linea con il suono crossover del momento. È una imposizione della casa discografica degli Evanescence, che vuole avvicinare la band al pubblico nu-metal e impone una voce maschile e un intermezzo rap, ma non è mai stata accettata da Amy Lee: “Quel suono non è proprio il mio stile. È stato difficile da accettare anche per una sola canzone” ha detto Amy Lee, che non ha mai incluso l’intermezzo rap nelle sue interpretazioni dal vivo del singolo, “Almeno non abbiamo dovuto cambiare tutto l’album”.
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